L'APPELLO

Dattoli: “Startup sempre più strategiche, serve sostegno”

In Italia 11mila le nuove società innovative registrate e altrettante quelle non mappate. Il ceo e cofounder di Talent Garden: “Digitalizzazione sia tra le priorità dello sviluppo del Paese”

Pubblicato il 09 Apr 2020

Talent-Garden

L’impatto della crisi economica causata dalla pandemia mette in difficoltà il mondo delle startup, che guarda con preoccupazione al futuro. Il 40% degli imprenditori di questo settore infatti teme che le misure decise dal governo per limitare il contagio useranno perdite fino almeno al 50% del business previsto. Il 22% del campione totale inoltre prevede conseguenza ancora più negative, fino al 75%. Soltanto il 10% prevede di non subire perdite, e si tratta quasi esclusivamente di aziende esclusivamente digitali. 

E’ quanto risulta da un sondaggio realizzato da Talent Garden all’interno della propria community di 4.500 professionisti del digitale, che popola i 23 campus in 8 Paesi, sulle loro preoccupazioni e aspettative per il futuro post Covid-19.

Quanto alla ripresa, il 35% degli intervistati prevede che l’attività potrà normalizzarsi da settembre, il 26% già da giugno e una quota di pessimisti, pari al 4% del campione, vede il ritorno alla normalità per dicembre. Tra le preoccupazioni più importanti nel capo delle startup c’è inoltre quella che il periodo di crisi possa influire in modo particolarmente negativo sulle raccolte di fondi.

“L’innovazione per noi in Talent Garden è anche e soprattutto l’insieme di competenza e visione della nostra community che oggi più che mai – partendo dalle nostre basi comuni che sono il digital e la tecnologia – sta trovando nuovi spunti per rispondere delle esigenze che emergono a causa della emergenza che stiamo vivendo – commenta Davide Dattoli, ceo e co-founder di Talent Garden L’Italia conta circa 11 mila startup registrate e altrettante non mappate che, come in questi giorni è apparso chiaro, hanno un impatto non solo positivo ma fondamentale su sanità, formazione, telecomunicazioni, media e informazione, intrattenimento, banche, retail e tanti altri settori. Occorre quindi che per il futuro l’intero mondo startup venga considerato come un settore sempre più strategico ed aiutato quindi in un modo più consistente. Le scelte e gli investimenti che il Governo deve fare non riguardano solo le singole aziende ma il futuro del Paese dove startup innovative in fase di crescita possono fare la differenza per tutti diventando strategiche per il futuro”.

“Auspicavamo interventi mirati diretti a sostenere il comparto dell’innovazione e delle startup e il nuovo provvedimento economico approvato nelle ultime ore si concretizza con un sostegno alle pmi, all’interno del quale il mondo startup è largamente rappresentato – prosegue Davide Dattoli – Speriamo che le misure proposte possano essere sufficienti nel breve periodo per arginare la crisi in atto evitare così il blocco di questo settore e il venir meno la fiducia nell’Italia che molti investitori anche esteri ci hanno sempre riconosciuto. Dal nostro punto di vista il ruolo e il comparto dell’innovazione dovrebbe essere considerato più strategico per il sistema Paese visto il contributo fornito durante questa emergenza. Certo è che il Paese, dal punto di vista della digitalizzazione, si è dimostrato per molti aspetti impreparato, con limiti infrastrutturali importanti, che non potevamo permetterci prima e che risultano completamente anacronistici per il mondo che ci aspetta post Covid. Limiti che rischiano di andare a penalizzare proprio le realtà più piccole e i liberi professionisti, che mai come in questo periodo hanno invece bisogno di sostegno e di poter accedere in modo facile e veloce agli interventi messi a loro disposizione. Occorre quindi mettere il processo di digitalizzazione tra le priorità per il nostro futuro del nostro Paese, sostenendolo in modo consistente, perchè la crisi attuale ci ha dimostrato che occorre essere pronti, veloci e digitali”.

Capitolo smart working: secondo al rilevazione di Talent Garden più dell’80% degli intervistati faceva ricorso allo smart working anche prima dell’emergenza Covid-19 e questa abitudine ha facilitato (80%) la gestione della crisi: “Uno shock come quello attuale ha accelerato il passaggio di tutti allo smart working e inciderà sul futuro – prosegue Dattoli – siamo stati catapultati in un punto di non ritorno. Il modo di lavorare sarà differente e richiederà formazione e modelli organizzativi adeguati. Come Talent Garden abbiamo voluto supportare aziende e professionisti con il progetto Antea, una piattaforma digitale dedicato ai temi dello Smart Working e alle nuove metodologie del lavoro, che rappresentano la somma delle expertise della nostra community messe a disposizione delle aziende  per favorire un cambiamento culturale necessario ad affrontare un futuro che l’emergenza attuale ha  già reso presente”.

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