IL RANKING

Innovazione, Svezia “regina d’Europa”. Sprint all’Italia da Piemonte e Friuli

European Innovation Scoreboard: il Paese scandinavo è leader, seguito da Danimarca, Germania e Olanda. La Lettonia cresce più rapidamente di tutti. Le Regioni italiane del Nord “brillano” per gli innovation hub locali. Il commissario al Mercato interno, Elżbieta Bieńkowska: “Servono regole per far crescere Pmi e startup: modificare norme sull’Iva e crearne ad hoc per la sharing economy”

Pubblicato il 14 Lug 2016

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La Ue sta recuperando terreno nei confronti con di Giappone e Usa: la Svezia è ancora una volta il paese leader dell’innovazione mentre la Lettonia è quello più a rapida crescita. Il quadro emerge dall’ultimo European Innovation Scoreboard. “Voglio che l’Europa sia un luogo in cui le Pmi innovative e start-up possano prosperare e crescere all’interno il mercato unico – dice Elżbieta Bieńkowska, commissario per il Mercato interno, industria, imprenditoria e le Pmi – Questo richiede uno sforzo concertato. A livello di europeo, abbiamo bisogno di semplificare la normativa Iva, adattare le regole di insolvenza e rendere le informazioni sui requisiti normativi più facilmente accessibili. Serve inoltre un quadro regolatorio sulla proprietà intellettuale chiaro e favorevole alle Pmi. Infine abbiamo bisogno di adattare il mercato unico per garantire che i servizi innovativi come l’economia collaborativa trovino il loro posto”.

Entrando nel dettaglio del ranking, la Svezia è ancora una volta il leader dell’innovazione europea, seguita da Danimarca, Finlandia, Germania e Olanda.

Innovatori forti sono Austria, Belgio, France, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Gran Bretagna nele quale il tasso di innovazione poco sopra o vicino alla media Ue. whose innovation performance is above or close to that of the EU average;

Croatia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Malta, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono poco sotto la media mentre Bulgaria e Romania sono “innovatori modesti” ben sotto la media.

Distinguendo il livello di innovazione per categorie la Svezia risulta al top per le risorse umane e la qualità della ricerca accademica; la Finlandia per le condizioni quadro finanziarie; la Germania per gli investimenti privati ​​in innovazione; il Belgio per reti d’innovazione e di collaborazione e l’Irlanda per l’innovazione nelle piccole e medie imprese.

Gli innovatori più rapida crescita sono Lettonia, Malta, Lituania, Paesi Bassi e Regno Unito. Innovation hub ad alto tasso di innovazione ci sono però anche nei paesi considerati “innovatori moderati”. Il report cita il Piemonte e Friuli Venezia Giulia in Italia, i Paesi Baschi e Bratislavský kraj in Slovacchia.

Nel complesso, il fattore chiave per diventare un leader di innovazione è quello di adottare una innovazione equilibrata ovvero un sistema che combina un adeguato livello di investimenti pubblici e privati, partnership tra imprese e mondo accademico, così come una solida base di istruzione e una ricerca di eccellenza.

L’impatto economico di innovazione ha bisogno di manifestarsi in termini di vendite ed esportazioni di prodotti innovativi, così come nel mondo del lavoro.

Nel corso dei prossimi due anni si prevede che le performance dell’Unione europea migliorino. La maggioranza delle imprese prevedono di mantenere o aumentare il livello di investimenti in innovazione per il prossimo anno, soprattutto in Romania, Malta e Irlanda.

“I paesi leader e le regioni stanno sostenendo l’innovazione con una vasta gamma di politiche di investimenti per l’istruzione, per il lavoro flessibile – ricorda Carlos Moedas, commissario per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione – La Commissione sta facendo la sua parte per promuovere l’innovazione e sta migliorando l’accesso ai finanziamenti privati ​​attraverso 315 miliardi dell’Investment Plan for Europe e il Capital Markets Union così come la creazione di un nuovo Consiglio europeo per l’innovazione”.

Per Corina Creţu, commissario alle Politiche regionali “le strategie di specializzazione intelligente aiutano gli Stati e e le Regioni a capitalizzare i loro asset competitivi spingendo su ​Ricerca e Innovazione e a trovare opportunità di cooperazione tra le imprese e il mondo accademico. In questo senso sono una sorta di ‘compasso’ per gli investimenti innovativi a lungo termine sostenuti da dal fondo Esi, quando possibile, e altre risorse Ue. Ciò contribuisce notevolmente a traghettare l’Europa verso un’economia basata sulla conoscenza”.

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