L’Italia è solo 36esima per l’innovazione nella classifica annuale stilata dall’Insead e dall’Ompi, l’Organizzazione Onu per la proprietà intellettuale, che vede la Svizzera al primo posto davanti alla Svezia e a Singapore su 141 Paesi. Il nostro Paese, che perde una posizione rispetto allo scorso anno, si trova alle spalle di Cina e Portogallo e precede gli Emirati Arabi e la Lituania.
“La Ue – nota il rapporto – si presenta a doppia velocità: tra i 15 Paesi membri storici dell’Unione, sei sono tra i primi 10 della classifica (oltre alla Svezia, Finlnadia, Gb, Olanda, Danimarca e Irlanda), seguiti da Lussemburgo e Germania (15esima). Gli altri, tra cui i 4 Paesi del Mediterraneo, hanno perso posizioni a vantaggio dei 12 Paesi entrati nella Ue piu’ recentemente, a cominciare da Malta (16esima) e dall’Estonia (19esima).
L’Italia è particolarmente penalizzata da fattori quali il credito (88esima per la facilità di ottenere finanziamenti), il contesto per le imprese (al 99° posto nella facilità di pagare le tasse), il contesto normativo (ambito in cui rientrano la legalità e anche i costi dei licenziamenti). Non brilla nemmeno per la ricerca e il capitale umano (41esima nel complesso e solo 52esima per l’istruzione universitaria) e per la produzione “creativa” (45esima complessivamente per brevetti, modelli ma anche beni e servizi creativi).
Va meglio sotto il profilo delle infrastrutture (22esima) e della “business sophistication” come pure della produzione di tecnologia e conoscenza (35esima in entrambi i casi).