Per la prima volta Instagram, l’applicazione per la condivisione di foto acquistata ad aprile 2012 da Facebook, diffonde il numero dei suoi utenti attivi, 90 milioni ogni mese: un annuncio letto da molti osservatori come la volontà di riaffermare la propria buona salute dopo il caso esploso a dicembre, quando si parlò di commercializzazione delle immagini senza remunerazione per gli autori.
Secondo i dati diffusi oggi dall’ufficio stampa, Instagram può appunto vantare circa 90 milioni di persone che ogni mese si collegano al sito per pubblicare e condividere immagini. Fino a questo momento la società fondata da Mike Krieger si era limitata a dire di avere circa 100 milioni di utenti registrati, ma non aveva mai diffuso i dati mensili.
Dalla sala stampa sono poi arrivati altri numeri: 40 milioni di fotografie caricate ogni giorno dagli utenti, a cui vanno aggiunti 8.500 like e 1.000 commenti al secondo. Sul suo blog personale, Krieger ha aggiunto che, nei momenti di maggior traffico, la piattaforma supera anche i 10.000 like al secondo.
Instagram sembrerebbe quindi uscita indenne dalle polemiche scoppiate il 18 dicembre scorso, quando annunciò nuove norme sulla privacy, destinate ad entrare in vigore dal 16 gennaio 2013, in base alle quali i suoi utenti sarebbero confluiti in un unico database condiviso con Facebook. Inoltre Fb avrebbe avuto il diritto perpetuo a sfruttare i diritti di tutte le foto pubbliche apparse su Instagram, anche per scopi pubblicitari. Sommersa dalle critiche, il giorno dopo la società di Krieger aveva fatto marcia indietro, assicurando che non era sua intenzione “vendere le foto degli utenti”. Ma secondo Alessandro Acquisti, docente negli Usa ed esperto di economia della privacy intervistato in quell’occasione dal Corriere delle Comunicazioni, si sarebbe trattato di mera strategia. “La vicenda di Instagram – aveva commentato – è un copione già visto: i social media annunciano modifiche alla privacy, poi le ritrattano sull’onda della protesta popolare ma solo per reintrodurle in un secondo momento in una versione più morbida”.