STRATEGIE

Instagram, avanti tutta sull’advertising

Nonostante il flop negli Stati Uniti la società decide comunque di testare gli annunci pubblicitari anche in Gran Bretagna, Canada e Australia. Motivo? Facebook, proprietario del servizio, punta ad aumentare gli introiti provenienti da mobile

Pubblicato il 12 Giu 2014

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Il primo, timido tentativo di proporre ai suoi utenti annunci pubblicitari Instagram lo aveva fatto a ottobre, circoscrivendo l’esperimento agli Stati Uniti. Oggi, dinanzi all’accettazione pur non entusiasta della comunità raccoltasi attorno al servizio di photosharing e preso atto della soddisfazione espressa dagli inserzionisti coinvolti, l’azienda ha deciso di estendere l’esperimento agli altri tre grandi mercati anglofoni: Gran Bretagna, Canada e Australia.

L’iniziativa è stata resa nota con un annuncio in cui è evidente l’intenzione di Instagram di evitare di dare l’impressione di forzare la mano ai propri utenti. L’azienda rassicura infatti la comunità globale dei suoi fan circa la cura che verrà posta nel selezionare gli inserzionisti e sul fatto che vi sarà la massima considerazione dei feedback forniti degli utenti, pari a quella avuta durante il test americano. Già ad aprile Sheryl Sandberg, Chief Operating Officer di Facebook, che oggi detiene Instagram, aveva dichiarato che l’azienda si sarebbe presa tutto il tempo necessario per operare una transizione non traumatica di Instagram nel mondo dei servizi con pubblicità. D’altronde l’esperimento condotto negli USA, seppur in generale possa considerarsi positivo, ha mostrato l’esistenza di una significativa quota di utenti che non ha apprezzato l’innovazione.

L’opinione prevalente fra gli esperti di social media nei paesi coinvolti nella seconda fase pubblicitaria è comunque ottimista; come dichiarato da Mark Mahaney, analista finanziario alla RBC Dominion Securities Inc di Toronto, “Instagram ha dimostrato che la gente è disposta a tollerare e a volte persino a farsi coinvolgere da annunci pubblicitari che sanno essere rilevanti per l’utente e non interferiscono eccessivamente con il flusso comunicativo del network”.

Il test pilota statunitense – che secondo stime non ufficiali (Instagram non fornisce il breakdown geografico dei suoi abbonati) ha coinvolto circa 40 milioni dei 200 milioni di utenti complessivi – ha visto in veste di inserzionisti aziende quali General Electric, Lexus, Adidas, Burberry, Levi’s e Taco Bell. Instagram non ha rivelato quali potranno essere i protagonisti di questa nuova stagione di ‘sponsored photos and videos’ – come vengono pudicamente chiamate le inserzioni pubblicitarie nel mondo Instagram – ma un portavoce dell’azienda ha fornito il seguente profilo: brand globali con forte presenza in uno dei nuovi paesi o in alternativa una forte brand regionale o locale di quel determinato paese.

Secondo gli osservatori, l’ulteriore passo verso l’uso di advertising in Instagram si iscrive nella strategia di medio-lungo periodo di Facebook di connotarsi sempre più come social media “mobile”. Una strategia resa evidente dalla recente acquisizione di WhatsApp da parte della società fondata da Mark Zuckerberg e dal fatto che il canale “mobile” costituisce ormai il 60 percento degli introiti pubblicitari totali di Facebook.

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