Instagram diventa social a tutti gli effetti. L’applicazione per la condivisione di foto acquistata ad aprile 2012 da Facebook è diventato un sito (http://instagram.com/), perciò le funzionalità fruibili fino ad oggi sullo smartphone sono state trasferite sulla piattaforma online
Annunciata già a novembre, la decisione è parte di una strategia che punta ad avvicinare sempre più l’applicazione alla casa madre, cioè il social network di Mark Zuckerberg.
In questo modo Instagram aumenta lo spazio di conversazione tra gli utenti, che non devono avere necessariamente a disposizione uno smartphone o un tablet per vedere gli album e commentarli ma possono navigare anche dai browser per desktop.
Con 40 milioni di foto caricate al giorno, e 5 miliardi archiviate in poco più di due anni dalla fondazione della startup, Instagram sta conquistando sempre più utenti: circa 90 milioni attivi ogni mese.
Ma continuano le preoccupazioni relative all’uso dei dati personali. Secondo “The Guardian” alcuni utenti avrebbero visto pubblicati i loro scatti a fini commerciali. In particolare il quotidiano britannico riporta la testimonianza di un fotografo che denuncia di aver visto un suo scatto sul profilo Instagram di Vogue Spagna, senza riferimenti al suo nome. In seguito la testata si è scusata e il profilo del fotografo e’ diventato privato. Un altro fotografo ha segnalato che un suo scatto è stato usato dall’azienda di abbigliamento Mango come immagine di una t-shirt. Dopo le sue proteste, la company ha interrotto la produzione della maglietta. E furti di immagini sono stati denunciati anche da fotografi non professionisti.
Simili critiche erano piovute addosso ad Instagram il 18 dicembre scorso, quando annunciò nuove norme sulla privacy, destinate ad entrare in vigore dal 16 gennaio 2013: in base a queste norme i suoi utenti sarebbero confluiti in un unico database condiviso con Facebook. Inoltre Fb avrebbe avuto il diritto perpetuo a sfruttare i diritti di tutte le foto pubbliche apparse su Instagram, anche per scopi pubblicitari. Sommersa dalle polemiche, il giorno dopo la società di Mike Krieger aveva fatto marcia indietro, assicurando che non era sua intenzione “vendere le foto degli utenti”.