Rivoluzione Instagram. Il piccolo social delle fotografie è cresciuto e adesso deve darsi da fare e portare anche lui a casa la pagnotta. Parola di Facebook, che sta lavorando, secondo raccolto da Cnbc, a sponsorizzazioni aziendali di post con contenuti realizzati dagli influencer sui marchi proposti. Insomma, più pubblicità social, ma sempre pubblicità.
Instagram, acquistato alcuni anni fa da Facebook, sta infatti facendo delle modifiche che consentiranno agli inserzionisti di promuovere post di “influencer” o di utenti che collaborano con marchi per promuovere servizi o prodotti. Ciò amplierà la portata di quei post “brandizzati” al di là del solo seguito di un influencer. E per i consumatori, questo significa che presto vedranno comparire dei post sponsorizzati anche da influencer che non seguono.
Instagram ha annunciato il cambiamento in un post sul blog aziendale ieri. Questo avviene dopo che la piattaforma ha discusso la possibilità di un aggiornamento imminente all’inizio di quest’anno in un evento con aziende e influencer, e ha affermato di aver testato le pubblicità dallo scorso anno, come già la pubblicazione britannica di settore, Ad Age, aveva riportato a marzo.
Il cambiamento giunge in un momento particolare, quando i marchi cercano di raggiungere i consumatori (oberati di pubblicità e promozioni) in un modo naturale, cioè che non sia fastidioso per questi ultimi ma sempre efficace per i primi. Quando gli annunci di marca verranno visualizzati nel feed di Instagram o nelle storie, gli altri utenti vedranno un tag “partnership a pagamento con” sul post. La società afferma che gli annunci pubblicitari di contenuti di marca saranno disponibili per tutti gli inserzionisti nelle “prossime settimane” e per le storie invece bisognerà aspettare i “prossimi mesi”.
La vice presidente della comunicazione del marchio Old Navy, Liat Weingarten, nel post sul blog ha indicato che la capacità organica di raggiungere il pubblico, secondo “fonti attendibili che hanno credibilità” è diventata “sempre più limitata”.
«La promozione dei contenuti – scrive Weingarten – direttamente dal profilo di un influencer conferisce più autenticità a un post che non quella che che viene dal profilo del marchio stesso. E stiamo osservando tassi di coinvolgimento significativamente più elevati utilizzando questa strategia».
Ma anche se un post ha una portata più ampia, le marche devono ancora cimentarsi con il problema della fiducia in uno spazio in cui i consumatori diffidano dei risultati miracolosi degli integratori e dei tè per la perdita di peso, che sono alcune delle pubblicità più pervasive sulla piattaforma di Instagram. Uno studio pubblicato a maggio dall’agenzia media UM mostra che il solo il 4% degli intervistati pensa che tre quarti o più delle informazioni ottenute dagli influenzatori siano vere.
David Shadpour, Ceo e fondatore della piattaforma di contenuti di marca Social Native, ha dichiarato che si aspetta che gli annunci di contenuti di marca siano efficaci almeno per i primi tempi perché rappresentano un nuovo tipo di contenuto nel feed.
«Tuttavia – ha detto Shadpour – mi aspetto che col tempo il loro impatto diminuirà perché l’eccessiva saturazione istruirà gli utenti a diffidare, proprio come hanno imparato a fare con gli annunci diretti dei marchi. In futuro potremmo persino arrivare un punto di svolta in cui le pubblicità superano il contenuto organico del feed, facendo diminuire il valore della piattaforma per i consumatori».
Secondo Shadpour questo darà ai marchi un maggiore controllo sulla strategia di marketing degli influencer e fornirà più parametri per valutare il ritorno sull’investimento che si ha quando si lavora con degli influencer.
«Il marketing dell’influencer – dice Shadpour – ha già avuto un’enorme efficacia e ora i brand possono ampliare la portata e il coinvolgimento dei post dell’influencer per raggiungere nuovi target di pubblico. Il rovescio della medaglia però è che i post raggiungono persone che non hanno optato attivamente per seguire quell’influencer come risultato di avere interessi simili».