«Il settore assicurativo si trova oggi ad affrontare un contesto caratterizzato da una situazione di generale incertezza, che si è particolarmente aggravata nell’ultimo periodo, a causa del contesto geopolitico ed economico. Il tutto si inserisce in un percorso di forte evoluzione dei comportamenti dei clienti, sempre più bisognosi di servizi personalizzati, da gestire in modalità ibrida». Ad affermarlo è il partner e Insurance sector leader di Deloitte, Luigi Onorato, sul blog di Deloitte Italia.
«Il 44% degli italiani ormai preferisce per gli acquisti un mix tra canale fisico e digitale, mentre solo il 19% sceglie di utilizzare in maniera esclusiva i canali digitali e nuove sensibilità sociali. Inoltre bisogna considerare che 2 italiani su 3 dichiarano di voler vivere e consumare in modo più equo e sostenibile. A questo si aggiunge un contesto competitivo fluido e sempre più sfidante, in cui i player provenienti da diversi settori agiscono per soddisfare i bisogni di protezione, agendo lungo gli ecosistemi casa, mobilità e salute», scrive.
Un comparto in evoluzione
«Le assicurazioni si sono da tempo attivate per rispondere a questi trend di mercato – prosegue Onorato – delineando modelli che rendono la cosiddetta Insurance of The Future una realtà già oggi. Realtà che si manifesta lungo quattro principali direttrici di cambiamento: la trasformazione dell’offerta con l’aggiunta, alle offerte assicurative tradizionali, di nuove soluzioni modulari, sostenibili e arricchite con servizi “beyond insurance”; l’attivazione di un modello distributivo omnichannel che garantisce una esperienza digitale ibrida, mettendo al centro il consulente assicurativo con adeguate conoscenze specializzate; la diversificazione dei modelli per target di clientela (famiglie, pmi e imprese), con un’attenzione specifica ai bisogni emergenti di ciascuno; l’adozione di nuovi modelli operativi, semplificati e potenziati dalle nuove tecnologie, come l’AI, il cloud computing, la blockchain e altre».
Un fenomeno più rilevante di quanto percepito
«In tale contesto l’insurtech si è posto e si pone come un fattore abilitante essenziale di questo percorso di evoluzione, attraverso investimenti in tecnologia da parte degli operatori che hanno permesso al settore importanti progressi nelle modalità di gestione dei servizi verso i clienti», spiega l’Insurance sector leader di Deloitte. «L’insurtech è infatti un fenomeno molto più rilevante di quanto normalmente evidenziato e non riconducibile esclusivamente ai progetti delle startup. È da tempo che le compagnie analizzano il fenomeno dell’insurtech e, solamente nel 2021, hanno investito in tecnologia oltre 150 milioni di euro in progetti di innovazione e ricerca e sviluppo, a fronte dei circa 12 milioni di euro raccolti dalle startup del settore. Investimenti che hanno coperto diversi ambiti della catena del valore assicurativa: polizze digitali basate su nuovi modelli di business, AI a supporto di soluzioni per il rischio cyber, polizze parametriche che sfruttano il machine learning, digitalizzazione dei processi di gestione sinistri e altri».
Focus sulle peculiarità del settore
«Il percorso di evoluzione intrapreso non si è arrestato e continuerà a valorizzare le soluzioni insurtech – sottolinea Onorato – ma rimane essenziale non dimenticare le caratteristiche peculiari del settore. Servizi in risposta a bisogni primari che si collocano alla base della piramide di Maslow, presenza di limitate occasioni di contatto con la clientela e che si verificano in contesti particolari, complessità nella costruzione delle offerte (dovute a selezione avversa e azzardo morale) in un contesto di mercato di domanda (auto) e offerta (protezione, risparmio) e regolamentazione, sono solo alcune delle peculiarità del settore assicurativo che impongono una valutazione attenta delle soluzioni di innovazione».
«Del resto – scrive il partner Deloitte – sono proprio queste caratteristiche del settore che mettono gli operatori assicurativi insurtech in difficoltà, quando decidono di porsi come operatori assicurativi completi. L’innovazione tecnologica, infatti, senza le giuste expertise assicurative non basta a garantire modelli adeguati e tecnicamente sostenibili e il valore di mercato di questi operatori, a maggiore ragione del delicato contesto economico, ne ha risentito con riduzioni, in alcuni casi, del 95% rispetto alle valutazioni originarie. È quindi fondamentale che le compagnie abbiano un ruolo di guida dei percorsi di innovazione, continuando a guardare al mondo dell’insurtech come un partner in grado di offrire un profondo e veloce accesso alle nuove tecnologie per ideare nuovi prodotti e servizi, coniugando il pragmatismo richiesto dalle caratteristiche del settore con la creatività portata dalle nuove tecnologie».
I quattro possibili approcci
«Per guidare l’innovazione di settore, le compagnie possono seguire quattro possibili approcci, in base agli obiettivi strategici che intendono perseguire: stringere una partnership con una startup, in modo da riuscire a rispondere rapidamente e in modo efficace alle opportunità emerse dal mercato nel breve periodo; lanciare un acceleratore per intercettare startup con alto potenziale innovativo ed esplorare potenziali soluzioni per futuri sviluppi delle logiche di servizio; creare un fondo di corporate venture capital per investire in startup innovative attraverso l’acquisizione di quote di partecipazione al capitale; acquisire direttamente una startup, per implementare un’innovazione matura senza seguire tutte le sue fasi di sviluppo», conclude il partner di Deloitte. «Innovazioni serie e di valore, guidate dalle giuste professionalità e competenze assicurative rappresentano, quindi, la strada da seguire per continuare il percorso di evoluzione intrapreso dal settore in questi anni, per garantire un servizio coerente con l’evoluzione della tecnologia e dei bisogni e comportamenti che caratterizzeranno il futuro della protezione».