Intel ha annunciato il takeover di Altera mettendo sul piatto 54 dollari ad azione in contanti. L’offerta del gruppo di microchip porta il valore del produttore di microprocessori “programmabili” a 16,7 miliardi di dollari circa. Si tratta di un premio del 56% rispetto al prezzo a cui Altera veniva scambiata in borsa prima che le trattative in corso tra le due aziende sono state rese note dalla stampa americana. Venerdì scorso il titolo Altera aveva chiuso a quota 48,85 dollari, in rialzo del 4% grazie alle indiscrezioni del New York Post, secondo cui un’intesa era vicina.
Intel prevede di finanziare l’acquisizione con una combinazione di contanti dal bilancio e debiti e si aspetta di chiudere l’accordo entro sei-nove mesi. Le aziende sono già partner: fabbriche di Intel sfornano alcuni semiconduttori high-end per Altera, che progetta i chip ma si rivolge a produttori esterni.
I contatti tra le società si erano interrotti lo scorso aprile, quando Altera aveva respinto l’offerta da Intel intorno 54 dollari per azione. La decisione di Altera aveva irritato alcuni dei suoi investitori significativi, che erano scettici sul fatto che l’azienda avrebbe potuto raggiungere un prezzo tale. Le trattative sono state poi riavviate a maggio e i consigli di amministrazione dei due gruppi hanno dato il via libera all’operazione.
Intel, con sede a Santa Clara (California), può così puntare sulla diversificazione, visto che dipende in gran parte dal settore ormai maturo dei PC. I chip di Altera, con sede a San Jose (California), sono usati in una vasta gamma di attrezzature nei settori delle telecomunicazioni, dell’auto e in quello industriale così come nell’hardware militare Altera. I suoi principali clienti sono gruppi telecom come la cinese Huawei e la svedese Ericsson.
L’annuncio del takeover rappresenta l’ultima di una serie di fusioni nel comparto dei semiconduttori. Nei giorni scorsi Avago, con sede a Singapore, ha raggiunto un’intesa per rilevare l’americana Broadcom per 37 miliardi di dollari: si è trattato dell’acquisizione più grande nel mondo della tecnologia dalla fine delle bolla dot-com. A marzo, l’olandese Nxp aveva acquisito Freescale per 11,8 miliardi.