Intel dice addio alle schede madri del pc pochi giorni dopo la diffusione dei dati dell’ultimo trimestre 2012 e dell’anno fiscale nel suo complesso, che hanno visto ricavi e utili in calo.
L’azienda produttrice di chip guidata da Paul Otellini ha annunciato l’intenzione di abbandonare gradualmente, entro i prossimi tre anni, la produzione delle schede madri per personal computer. Una decisione presa in conseguenza del costante calo nella vendita di pc nel mondo.
L’insieme di circuiti stampati, transistor e banchi di memoria che compongono la scheda madre è alla base del funzionamento di qualsiasi apparato elettronico. Per circa 20 anni Intel ne ha prodotte a marchio proprio: di fatto è stata attiva, seppure non protagonista di primo piano, nel business delle motherboard e negli ultimi anni è riuscita a contrastare l’agguerrita concorrenza dei produttori asiatici con prodotti costosi ma di qualità.
Adesso la decisione di concentrare il proprio impegno in altri settori. In particolare i piani di sviluppo prevedono investimenti di circa 13 miliardi di euro in impianti e ricerca, focalizzati in particolare su nuovi ultrabook con riconoscimento vocale e gestuale e sui processori per smartphone e tablet. L’azienda ha comunque tenuto a specificare che i dipendenti addetti alla lavorazione sulle schede madri verranno spostati altrove.
L’annuncio arriva a qualche giorno dalla diffusione dei dati relativi all’ultimo trimestre 2012 e all’anno fiscale nel suo complesso, che sono negativi rispetto al passato. Nel 2012 Intel ha generato ricavi per 53,3 miliardi di dollari e utili per 11 miliardi, in calo rispetto ai risultati precedenti del 2011 rispettivamente dell’1,2 e del 15%. Per il solo ultimo trimestre del 2012, invece, sono stati registrati ricavi per 13,5 miliardi di dollari (-3%) e utili per 2,5 miliardi (-27 %).
Se Intel piange, Amd non ride. Advanced Micro Devices, multinazionale americana produttrice di semiconduttori con sede a Sunnyvale, California, ha registrato, nel quarto trimestre 2012, una perdita netta di 473 miliardi di dollari. Anche in questo caso all’origine della cattiva performance c’è la costante debolezza nella domanda di pc. I ricavi sono scesi del 32% a 1,16 miliardi di dollari. L’ebitda si è ridotto al 15,4% dal 45,7%.
Nell’anno fiscale 2012, conclusosi il 29 dicembre, l’azienda ha fatturato 5,42 miliardi di dollari, mettendo a segno una perdita operativa di 1,06 miliardi e una netta di 1,18 miliardi. L’amministratore delegato e presidente Rory Read si è detto comunque fiducioso nel 2013, sostenendo che l’azienda continuerà a lavorare per modificare il proprio modello operativo e diversificare il portfolio-prodotti in un settore come quello dei pc in piena fase di cambiamento.