IL CONTEST

Intel Business Challenge, l’Italia trionfa

Sem+, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Iit di Genova, si aggiudica l’edizione 2013 del premio. Tra i componenti della giuria anche Alberto Di Minin del Miur: “Il ministero lavora per sostenere le imprese innovative”

Pubblicato il 25 Giu 2013

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L’Italia trionfa all’Intel Business Challenge Europe 2013. Un primo e un terzo posto hanno contrassegnato la partecipazione della pattuglia tricolore alla competizione continentale per le start up organizzata da Intel che avrà il gran finale a Berkeley in ottobre.

Sensing electromagnetic plus (Sem+), azienda nata nei laboratori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’IiT di Genova, si è aggiudicata il primo posto seguita dalla slovacca Excalibur che ha progettato un sistema di sicurezza con autenticazione senza soluzione di continuità e onnipresente con tutti gli account degli utenti protetti centralmente tramite i loro telefoni cellulari.

In terza posizione Tensive, un altro team italiano spin-off della Fondazione Filarete. Alla finale negli Stati Uniti parteciperanno anche il quarto e quinto classificato, Gameleon, piattaforma bulgara di progettazione di giochi e la danese BioRepeller che ha sviluppato un’innovativa tecnica di rivestimento di cateteri.

Sem+, l’azienda di Silvano Furlan, Alessandro Levi e Matteo Piovanelli ha sviluppato una tecnologia touchscreen che rileva l’intensità dei contatti, permette il contatto multiplo sulla superficie e può essere utilizzata anche su superfici curve. Fondata negli Stati Uniti, la società è in cerca di 1,5 milioni di dollari di finanziamenti per far crescere il team. “Stiamo creando un nuovo ecosistema” , spiega Alessandro Levi che punta a coinvolgere gli sviluppatori per trovare applicazioni alla tecnologia soprattutto in direzione dell’elettronica di consumo.

In tutt’altra direzione Tensive, che ha prodotto un materiale per riprodurre le ossa e il materiale adiposo mancante a causa di osteoporosi, trauma o asportazione causata da un tumore. I biomateriali brevettati da Alessandro Tocchio, Federica Destro, Federico Martello, Irini Gerges e Margherita Tamplenizza permettono di sviluppare un business basato sulla commercializzazione di un supporto poroso biocompatibile per la rigenerazione ex-vivo di tessuti biologici vascolarizzati, utile in applicazioni di terapia cellulare, ma anche come supporto degradabile, resistente alla compressione, da usare come protesi portante nelle procedure ortopediche e spinali per riparare grandi difetti ossei. Grazie al potenziale delle sue tecnologie, Tensive potrà sviluppare prodotti per la rigenerazione di tessuti molli.

La sperimentazione, che sta dando esiti promettenti, è nella fase dei test sugli animali e prevede quanttro anni di tempo per avere l’approvazione definitiva da parte delle utorità sanitarie. Nel frattempo il team è impegnato nella raccolta fondi per raggiungere i 4,5 milioni necessari.

La vittoria nella finale di Dublino non ha fruttato neanche un euro alle start up. A differenza del 2012, il regolamento di quest’anno escludeva infatti premi in denaro, anche se i giovani imprenditori erano convinti del contrario. Cercheranno di rifarsi con i centomila dollari in palio a Berkeley anche se, al di là dei soldi, l’apputamento in California rappresenta soprattutto un’importante vetrina per trovare finanziatori.

Della giuria della manifestazione, ma non di quella che ha assegnato i premi finali, ha fatto parte anche Alberto Di Minin, assistant professor of Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e consulente del ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza. Da Minin ha spiegato che il ministero “sta cercando di riprendere i fili delle iniziative per le start up contenute nel decreto sviluppo bis. Bisogna proseguire un percorso di semplificazione utilizzando anche le disposizioni del decreto Del Fare”. Senza dimenticare le possibilità di Horizon 2020, il programma europeo “per il quale l’Italia deve sviluppare le risorse che le permettano di ottenere i fondi a disposizione”. Fondamentale è il coordinamento fra gli enti coinvolti. “Perché la politica per l’innovazione presenta differenti aspetti dalla finanza al lavoro alla banda larga. Per questo non so dove vada posta la cabina di regia, ma sicuramente bisogna lavorare insieme agli altri ministeri”.

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