Intel, uno dei più grandi produttori di chip al mondo mercoledì
prossimo potrebbe venire sanzionato dall'Ue per comportamenti
anticoncorrenziali. Nello specifico l'accusa dell'Antitrust
è di aver pagato illegalmente produttori di computer per rinviare
o cancellare il lancio di prodotti contenenti chip realizzati dalla
sua principale rivale. E' quanto hanno riferito fonti informate
della vicenda al Financial Times.
La Commissione Europea dovrà decidere mercoledì se multare la
società prima produttrice al mondo di chip in base ad accuse di
pratiche nella sua politica commerciale considerate da funzionari
Ue "pure e semplici restrizioni" alla concorrenza,
hanno detto le fonti.
Sarà il momento culminante di una quasi decennale indagine sulle
pratiche di marketing del gruppo avviata dalla Ue. Gli avvocati
potrebbero vedersi recapitare una multa superiore a quella
imposta a Microsoft nel 2004, di 497 milioni di euro.
L'inizio dell'indagine Intel risale al 2000, quando il
suo più acerrimo rivale, Advanced Micro Devices, presentò una
denuncia in cui sosteneva che l'azienda di chip l'aveva
spinta fuori dal mercato con diverse pratiche scorrette.
Quattro anni più tardi sono iniziati una una serie di blitz, e
nel 2007 Intel è stata formalmente imputata. Secondo
l'Antitrust l'azienda avrebbe abusato della sua posizione
dominante sul mercato illegale offrendo sconti ai produttori di
computer che avessero messo Amd fuori dal mercato.
Dopo ulteriori indagini avvenute lo scorso anno, la Commissione
europea ha accusato Intel di utilizzare gli sconti per convincere
un distributore leader in Europa a vendere solo computer basati
su Intel. La società di chip ha sempre negato di comportarsi
illegalmente. "Le nostre pratiche sono lecite,
pro-competizione e un bene per i consumatori", ha detto.
I pareri su quale sarà la decisione della Commissione sono
discordanti. Ma secondo fonti citate dal Financial Times si
prevede che Intel venga sanzionata per due violazioni, quella di
abuso di posizione dominante sul mercato delle unità per i chip
che sono il cuore del miliardo di pc esistenti al mondo e per
aver offerto compensi ai produttori di computer.
I portavoce della Commissione Ue e di Intel però non hanno
voluto rilasciare commenti.