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Intel, stop definitivo alla multa Ue da 1 miliardo dopo 15 anni



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Si chiude una vicenda iniziata nel lontano 2009, quando la Commissione Ue infliggeva la maxi sanzione per abuso di posizione dominante nel mercato dei semiconduttori poi annullata dal Tribunale dopo una serie di ricorsi. La sentenza della Corte di Giustizia mette ora la pietra tombale

Pubblicato il 24 ott 2024



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La Corte di giustizia europea ha confermato l’annullamento, da parte del Tribunale, della decisione della Commissione che constata un abuso di posizione dominante da parte di Intel e che le infligge una sanzione di 1,06 miliardi di euro.

Si conclude così un confronto, andato avanti per oltre 15 anni, tra il produttore di chip statunitense e le autorità di regolamentazione dell’Ue, secondo le quali il colosso aveva cercato di ostacolare un concorrente.

L’evoluzione del caso

A maggio 2009 la Commissione europea aveva multato Intel per aver concesso sconti ai produttori di computer Dell, Hewlett-Packard, Nec e Lenovo che avevano acquistato la maggior parte dei loro chip dalla società: un’azione che secondo le autorità di regolamentazione rappresentava un tentativo di bloccare il rivale Advanced Micro Devices.

Le autorità di regolamentazione si oppongono generalmente agli sconti offerti dalle aziende dominanti perché temono che possano essere anticoncorrenziali, mentre le aziende sostengono che le autorità di controllo devono dimostrare che gli sconti hanno effetti anticoncorrenziali prima che le aziende vengano sanzionate. Dunque Intel ha fatto ricorso.

Nel 2014 il Tribunale ha però respinto integralmente il ricorso di Intel contro la decisione della Commissione. Investita di un’impugnazione proposta da Intel, la Corte di giustizia ha però annullato tale sentenza e ha rinviato la causa dinanzi al Tribunale.

Il Tribunale ha quindi annullato parzialmente la decisione della Commissione e ha annullato integralmente l’ammenda di 1,06 miliardi di euro. La Commissione a questo punto ha impugnato la sentenza del Tribunale. E siamo nel 2022, al penultimo capitolo della vicenda.

Oggi la Corte, respingendo l’impugnazione della Commissione, conferma la sentenza del Tribunale e dà definitivamente ragione a Intel.

Le valutazioni della Corte di giustizia

A sostegno della sua impugnazione, la Commissione faceva valere che il controllo esercitato dal Tribunale sulle valutazioni della Commissione relative al “test del concorrente altrettanto efficiente” era viziato da irregolarità procedurali, da errori di diritto e da snaturamento degli elementi di prova. Nella sua sentenza, la Corte respinge tutti i motivi dedotti dalla Commissione. Per quanto riguarda il test del concorrente altrettanto efficiente, la Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento diretto a mettere in discussione le valutazioni della Commissione e idoneo a invalidare le conclusioni cui essa è giunta al termine di tale test.

Infine, la Corte conferma che non spetta al Tribunale verificare se il dispositivo della decisione della Commissione possa essere giustificato sulla base di un ragionamento privo degli errori da esso constatati, quando tale ragionamento non è formulato in modo coerente in tale decisione.

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