INNOVAZIONE

Intelligenza artificiale, Angeleri: “L’Italia può diventare l’hub europeo del software”

Il presidente di Assosoftware: “Cruciali gli incentivi del Piano Transizione 5.0. Ma serve che i principali attori pubblici e privati lavorino insieme per realizzare un ecosistema digitale ad hoc”. Al Senato via al disegno di legge per lo sviluppo e l’adozione della tecnologia

Pubblicato il 04 Apr 2024

Piefrancesco Angeleri Assosoftware

L’Italia ha le carte in regola per diventare hub europeo delle applicazioni software AI. Ne è convinto Pierfrancesco Angeleri, presidente di AssoSoftware, che cita quanto sottolineato da relazione dell’attività svolta dalla Commissione sull’Intelligenza Artificiale presieduta da Padre Paolo Benanti: “la tecnologia non è mai neutrale, ma sempre legata al contesto e alle applicazioni”.

Il ruolo chiave delle applicazioni AI

“Come Associazione di Confindustria che raggruppa i principali produttori di software italiani non possiamo che salutare con soddisfazione questa impostazione sulla regolamentazione dell’AI, che pone l’attenzione sulle applicazioni che sono alla base e che saranno possibili grazie all’Intelligenza Artificiale, a partire dal software gestionale che rappresenta la leva principale per lo sviluppo delle nuove tecnologie nel nostro Paese – spiega Angeleri – Oggi ci sono tutte le condizioni per fare dell’Italia l’hub europeo delle applicazioni software per l’AI, anche grazie ai programmi di incentivi agli investimenti che il Governo sta mettendo in campo, a partire dal Piano Transizione 5.0”.

Secondo Angeleri è fondamentale che tutti i principali attori pubblici e privati lavorino insieme per realizzare quell’ecosistema digitale che permetterà all’Italia di diventare un paese all’avanguardia nel campo dell’AI”.

Artificiale artificiale, via all’esame del disegno di legge

Intanto in commissione Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica del Senato è iniziato l’esame del disegno di legge di legge a prima firma Lorenzo Basso (Pd) con norme per lo sviluppo e l’adozione di tecnologie di intelligenza artificiale.

Tra le misure, si prevede la istituzione di un fondo presso il Mimit per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, finalizzato a sostenere la competitività tecnologica e a promuovere lo sviluppo degli investimenti nella ricerca, nelle tecnologie e nelle soluzioni dell’AI. La dotazione prevista è di 300 milioni l’anno per il periodo dal 2024 al 2028. Previsto anche un fondo per sostenere la formazione con una dotazione di 400 milioni annui dal 2024 al 2026.

L’articolato disciplina inoltre la sperimentazione relativa all’impiego di sistemi di intelligenza artificiale per l’innovazione di prodotti e servizi in una serie di settori:  dall’industria e l’agroalimentare all’educazione e all’informatica; dall’ambiente, infrastrutture e reti al bancario, finanziario e assicurativo; dalla cultura, turismo e sanità alla amministrazione, urbanistica e sicurezza nazionale.

Infine, viene previsto l’obbligo di identificare e rendere riconoscibili agli utenti i contenuti editoriali generati dall’intelligenza artificiale attraverso sistemi di etichettatura e filigrana; viene disciplinato l’uso della “replica digitale” e viene istituito un fondo per agevolare l’acquisto di servizi specialistici per la registrazione del brevetto Ue e in Paesi extra-Ue da parte di micro, piccole e medie imprese.

Relatori sono il primo firmatario Basso e il presidente della Commissione, Claudio Fazzone (FI). L’esame è in sede redigente, il che implica un iter più snello il momento dell’approdo del testo in Aula.

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