L'EVENTO

Intelligenza artificiale, chance per l’industria italiana

Imprese e accademie riunite al Forum organizzato dall’Associazione Italiana per l’AI. Grandi vantaggi attesi dalle smart machine, ma la strada è ancora lunga: i lavoratori non sono pronti alla collaborazione con i robot

Pubblicato il 12 Apr 2019

intelligenza-artificiale

Lavoratori italiani non ancora pronti all’ingresso dei robot. Quasi uno su due pensa che le macchine debbano solo eseguire compiti ripetitivi e non pensare. Per il 36% gli automi potranno essere responsabili della sicurezza sul lavoro, per il 29% della pianificazione dei turni, per il 28% di analisi di mercato e concorrenza. Non basta: maggior sensibilità al tema dimostrato dalle lavoratrici che temono la perdita di una dose di umanità sul lavoro. Mentre i lavoratori del Sud dichiarano, in percentuale quasi doppia rispetto a quelli del nord, che se potessero scegliere preferirebbero come capo una macchina.

Emerge dalla ricerca “Intelligenza artificiale al lavoro” commissionata da Italo Foundation  a Toluna e presentato nel corso dell’AI Forum – Intelligenza artificiale per le imprese organizzato dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale in collaborazione con Digital Events che si è tenuto oggi presso Palazzo Mezzanotte a Milano.

Oltre 700 i partecipanti e 40 relatori per discutere le più concrete soluzioni AI per le imprese in grado di realizzare una sinergia tra il mondo della ricerca e quello imprenditoriale.

“Oggi abbiamo lanciato un forte messaggio – ha detto Piero Poccianti, Presidente Associazione italiana per l’AI – e cioè la necessità per l’intero Paese di edificare un nuovo ponte fra la ricerca e le imprese, ritrovando un linguaggio e una progettualità comuni per realizzare innovazione. Crediamo sia fondamentale per le imprese comprendere le reali possibilità e i limiti di questa nuova tecnologia perché in questo campo non esistono tecnologie a scaffale, ma soluzioni che devono essere affrontate in modalità progettuale di tipo Agile”.

Sul palco fra i relatori Emanuela Girardi, Founder di Pop AI che ha annunciato i nominativi  di coloro che avranno il compito di rappresentare l’Italia all’interno della Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research in Europe. Su indicazione di AIxIA, saranno Giuseppe De Giacomo, Dipartimento di Ingegneria Informatica Automatica e Gestionale dell’Università di Roma “La Sapienza”, presente in platea, e Giuseppe Attardi, Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa.

Ancora, Nicola Gatti, Direttore Osservatorio Artificial Intelligence e Docente del Politecnico di Milano, ha commentato i dati dell’Osservatorio AI relativi all’attuale penetrazione dell’Intelligenza Artificiale nel mercato italiano, mentre Stefano Quintarelli, del Gruppo di Esperti ad Alto Livello sull’Intelligenza Artificiale della Commissione Ue, ha presentato problematiche etiche e una proposta per un approccio regolamentare risk-based.

Per Amedeo Cesta, dirigente di Ricerca presso il Cnr “serve promuovere l’utilizzo della AI anche all’interno del nostro Paese dove il contributo accademico è potenzialmente molto qualificato, ma la congiunzione virtuosa verso l’industria ancora difficoltosa e frammentata”.

“La sfida tecnologica e di innovazione dell’intelligenza artificiale rappresenta un’opportunità unica per la competitività del Paese e di ogni singola impresa. L’Italia può gestire con efficacia questa sfida, investendo nelle competenze digitali avanzate e di data science, favorendo l’innovazione e la nascita di startup dedicate” ha detto Walter Rizzi, Partner McKinsey Digital.

Per Roberto Liscia, Presidente di Consorzio Netcomm “il retail è una delle industrie in cui l’impatto dell’applicazione dell’Intelligenza Artificiale potrà essere più interessante e immediato, proprio perché in grado di avvicinare anche gli utenti finali, nelle loro abitudini quotidiane, alle nuove frontiere dell’innovazione. Non a caso, nel mondo del retail sono già state adottate soluzioni di AI per migliorare la relazione con i clienti come lo sviluppo appena iniziato dell’uso dei chatbot”.

“Un progetto AI di successo non si riduce ad addestrare reti neurali, ma è affiancato dalle migliori idee di business e dall’Intelligenza Collettiva, ovvero dal sapere delle singole persone che diventano patrimonio dell’azienda – ha detto Cristiano Boscato, amministratore di Injenia – Occorre dunque considerare l’AI come uno strumento per potenziare l’intelligenza delle persone, capace di migliorare il lavoro dell’uomo rendendo i processi aziendali più semplici e rapidi. Questo sta avvenendo anche grazie alle piattaforme di social collaboration, che estendono a livello professionale le comuni pratiche con cui interagiamo nella vita di tutti i giorni.”

Mentre per Filippo Rizzante, Cto Reply “interi settori economici, di fatto, vengono rivoluzionati dal diffondersi di queste tecnologie e i consumatori assistono a questa trasformazione attraverso la sempre maggiore presenza di assistenti personali, self-driving car e applicazioni per la smart home”.

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