Papa Francesco sollecita “un dialogo aperto” sul significato dell’intelligenza artificiale “dotata di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti”. Lo rivela il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che anticipa il messaggio del Papa in occasione della prossima Giornata Mondiale della Pace. “I notevoli progressi compiuti nel campo delle intelligenze artificiali – fa sapere il Dicastero – hanno un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia – spiega la nota -. Papa Francesco richiama la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi”.
Tecnologie al servizio dell’umanità
“L’urgenza di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune, esige di estendere la riflessione etica all’ambito dell’educazione e del diritto”, aggiunge il Dicastero. “La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo“.
Intelligenza artificiale ed etica
“La Santa Sede – si legge ancora nella nota del Dicastero – è sempre stata attenta alle implicazioni etiche dell’uso dell’intelligenza artificiale, coinvolgendo nella sua riflessione quanti più attori possibili sia a livello scientifico e tecnologico sia collaborando con le altre religioni”.
Lo scorso 10 gennaio “la Pontificia Accademia per la Vita ha promosso l’allargamento del documento Rome Call for AI Ethics, sottoscritto nel 2020 da aziende come Microsoft e Ibm a rappresentanti dell’ebraismo e dell’islam. L’obiettivo è quello di promuovere un'”algoretica” perché come ha ricordato il presidente dell’Accademia, monsignor Vincenzo Paglia, queste nuove tecnologie “possono portare a uno sviluppo enorme, ma anche a una tragedia altrettanto enorme, perché rischiano di sopprimere l’umano in una sorta di dittatura della tecnica che sconvolge l’umanità stessa”.
Costante è anche l’impegno in questo senso della Santa Sede, anche nelle grandi organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, in cui sono stati spesso sottolineati i rischi e gli abusi dell’uso dell’intelligenza artificiale nel settore degli armamenti e nei conflitti”.
“La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo“, conclude la nota del dicastero.