LA PROPOSTA

Intelligenza artificiale generativa, ecco il disegno di legge del Pd

Primo firmatario Nicita. Per i soggetti responsabili della pubblicazione e della diffusione dei contenuti generati con piattaforme di AI obbligo di assicurare immediata riconoscibilità agli utenti, ad esempio con un’univoca etichettatura “AI Made/prodotto da Intelligenza artificiale” nelle modalità definite da Agcom con proprio Regolamento da pubblicare entro 60 giorni dall’approvazione. Machine learning e lavoro: Amato a capo della Commissione di indagine del Governo

Pubblicato il 18 Ott 2023

intelligenza artificiale

Obbligo di etichetta per i contenuti generati da intelligenza artificiale: è la proposta contenuta nel disegno di legge del Pd con primo firmatario Antonio Nicita. Una quota sempre maggiore di contenuti audiovisivi ed editoriali è frutto di elaborazioni dell’Ai generativa e ciò va segnalato a chi ne fruisce, contro ogni possibile manipolazione dell’informazione o violazione del diritto d’autore, evidenzia il “Disegno di legge sulla trasparenza dei contenuti generati da intelligenza artificiale”.

A preoccupare sono i cosiddettideep fake“, contenuti audio, immagine o video manipolati o sintetizzati in modo da far apparire falsamente autentici o veritieri i contenuti, utilizzando tecniche di Ai, di cui fanno parte l’apprendimento automatizzato (machine learning) e profondo (deep machine learning), si legge nella proposta.

Il crescente ricorso a questi contenuti generati dall’Ai pone “diverse criticità legate all’autenticità, alla verifica delle fonti, al diritto d’autore, al diritto alla tutela della propria immagine, al contrasto alla disinformazione e alla responsabilità per diffamazione”, si legge nella proposta.

Un’etichetta sui contenuti della Gen Ai

Il Parlamento europeo ha recentemente discusso la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale (Ai Act) e modifica alcuni atti legislativi dell’Unione (COM(2021)0206 – C9-0146/2021 – 2021/0106(COD)), ha indicato Nicita ai senatori.

In attesa di un quadro regolatorio complessivo, anche in attuazione dei regolamenti europei, appare urgente rendere univocamente e immediatamente trasparente e riconoscibile agli utenti la natura non umana, e dunque artefatta e manipolata, dei contenuti generati da Ai, anche attraverso un’apposita etichettatura immediatamente riconoscibile (label) o tracciamento (watermark)”.

Il disegno di legge proposto introduce l’obbligo per i soggetti responsabili della pubblicazione e della diffusione dei contenuti generati da Ai, in ogni mezzo trasmissivo, di assicurare immediata riconoscibilità agli utenti dei contenuti generati da Ai, ad esempio con un’univoca etichettatura (“Ai made/prodotto da intelligenza artificiale)” nelle modalità definite dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) con proprio Regolamento da pubblicare entro 60 giorni dall’approvazione della legge.

Potere sanzionatorio all’Agcom

La proposta definisce “contenuti generati da intelligenza artificiale (Ia)” tutti i contenuti editoriali, compresi testi, video, immagini e voci, che sono creati, generati o sintetizzati, in tutto o in parte, da sistemi basati su intelligenza artificiale, ivi compresi algoritmi di machine learning e reti neurali artificiali.

L’Agcom sarebbe responsabile del monitoraggio e dell’applicazione delle disposizioni della legge e avrebbe sia i compiti di segnalazione e rimozione dei contenuti pubblicati e diffusi in violazione di queste disposizione sia il potere sanzionatorio. Le sanzioni sarebbero proporzionate alla gravità della violazione.

Ai e lavoro, il governo vara una Commissione di indagine

Intanto la Presidenza del consiglio ha deciso di avviare una Commissione di indagine sulla potenziale perdita di posti di lavoro legata all’adozione di algoritmi di intelligenza artificiale. Promotore dell’iniziativa è Alberto Barachini, responsabile per l’editoria del governo Meloni, che ha offerto la carica di presidente della Commissione a Giuliano Amato.

La Commissione sarà incaricata di studiare il fenomeno e redigere un report per valutare quanti posti sono a rischio, per esempio proprio nell’editoria e nel giornalismo – il settore toccato dalla proposta di legge firmata da Nicita – e quali contromisure il governo potrà prendere.

Il settore dei media è già pesantemente colpito da un altro fenomeno, la pirateria, che, secondo Fapav-Ipsos, costa 716 milioni di euro annui al sistema paese in termini di Pil e 319 milioni di euro al fisco. Le edicole illegali, inoltre, fanno perdere ai quotidiani italiani 250 milioni di euro. A luglio il Parlamento ha approvato la legge antipirateria firmata dal deputato di FI Federico Mollicone, la stessa che continua a suscitare le proteste di Assoprovider per la decisione di svolgere i procedimenti cautelari in materia di diritto d’autore senza alcun contraddittorio.

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