Gli italiani sono poco informati sui benefici e le opportunità offerti dall’intelligenza artificiale. E sono molti coloro che non l’hanno mai sentita neanche nominare. Per non parlare delle scarse conoscenze in materia di privacy e legislazione. Questo, in sintesi, lo scenario che emerge da un’indagine di Altroconsumo che ha intervistato un campione di 1.774 persone per indagare il livello di conoscenza e le opinioni sulla nuova tecnologia.
Stando ai risultati della survey solo l’11% della popolazione è informato mentre il 17% non ha mai sentito nominare l’argomento. Il 73% degli individui ha avuto a che fare con contenuti consigliati sui social, il 71% con motori di ricerca di immagini, il 70% con assistenti vocali. Se si tiene conto del fatto che il 46% degli italiani non è mai stato informato riguardo agli algoritmi su cui si basano le decisioni e il 30% non è stato informato del proprio diritto di rifiutare decisioni automatiche, si riconosce quanto la situazione sia grave, evidenzia Altroconsumo.
“I problemi legati all’intelligenza artificiale sono ancora molti. Sebbene, come risulta dalla ricerca, se ne riconosca il valore, ci sono ancora troppe lacune da colmare sia dal punto di vista informativo che regolamentare – spiega Ivo Tarantino, Responsabile relazioni esterne di Altroconsumo -. Per questo, Altroconsumo rinnova il suo supporto ai consumatori richiedendo una maggiore regolamentazione di questi sistemi e più chiarezza. Il primo passo è fornire alle persone le nozioni necessarie per poter prendere parte attiva a questi sistemi e migliorare le tecnologie fino a garantire ai consumatori delle prestazioni sia efficaci che giuste nei loro confronti. Istituzioni e aziende hanno quindi il compito di agire in maniera sinergica per una regolamentazione adeguata e per diffondere l’informazione fra i consumatori così da contribuire al reale sviluppo di questi sistemi”.
Privacy e trasparenza le questioni più spinose
Secondo il 58% degli intervistati non c’è chiarezza sulla responsabilità in caso di danni e per il 49% la legislazione vigente non è adeguata. E ben il 57% degli intervistati crede che le aziende usino l’AI per “manipolare”. Inoltre, per il 45% dei soggetti sussiste il problema della discriminazione, legato alla categorizzazione degli utenti in base alle loro scelte e caratteristiche. “Il rischio – evidenzia l’associazione – consiste nella possibilità di incorrere in classificazioni sbagliate ma anche in ingiuste limitazioni all’accesso ad alcuni servizi, a causa dell’impostazione dell’algoritmo”.
Trasporti e sanità i settori a maggiore potenziale
Quasi tutti gli intervistati (93%) considerano molto utile almeno una delle applicazioni più avanzate di intelligenza artificiale. Per il 70% dei soggetti sarà utile per prevenire gli incidenti stradali, per il 66% per prevedere i problemi di salute e per il 65% per prevenire la criminalità. E il 45% del campione sostiene che l’intelligenza artificiale aiuterà a rendere il mondo più sostenibile, per il 41% ad aumentare l’aspettativa di vita mentre per il 27% sarà utile per favorire pari opportunità agli individui.
Gli utenti vogliono saperne di più
Secondo l’82% dei consumatori dovremmo essere ben informati su questo tema e le sue conseguenze, per il 79% bisogna essere messi al corrente quando si ha a che fare con sistemi decisionali autonomi e per il 72% è importante che si abbia il diritto di rifiutare un processo decisionale automatico. Allo stesso tempo è fondamentale che le aziende e gli sviluppatori diano vita a dei sistemi AI in grado di offrire alle persone un reale valore aggiunto, attraverso un’approfondita conoscenza del consumatore e un dialogo costruttivo.