Dopo Microsoft, anche Google scende apertamente in campo nella corsa allo sviluppo di piattaforme di intelligenza artificiale generativa. Mountain View ha infatti lanciato Bard, competitor diretto di ChatGpt, l’applicazione di OpenAi sulla quale Redmond ha già puntato miliardi di dollari.
Bard si pone come obiettivo quello di generare risposte dettagliate a domande semplici. Il suo funzionamento si basa su LaMda, il Language Model for Dialogue Applications balzato agli onori delle cronache lo scorso anno per essere stato definito “senziente” da parte di uno degli ingegneri di Google.
Il rilascio di Bard – il cui nome potrebbe essere un riferimento a William Shakespeare – dà un’idea del valore che i colossi della Silicon Valley attribuiscono a quella che è considerata la nuova frontiera della tecnologia digitale. Proprio nei giorni scorsi, del resto, Mountain View ha annunciato un investimento da 300 milioni di dollari nella startup Anthropic, fondata da un gruppo di fuorisciti di OpenAi, in disaccordo col top management rispetto all’ingresso di Microsoft nella società.
Bard sarà inizialmente disponibile per test a collaudatori fidati – un gruppo geograficamente variegato – per poi essere successivamente presentata al grande pubblico.
Gli obiettivi di Bard
Spesso si pensa che la funzione di ricerca su Google venga utilizzata per avere risposte rapide e fattuali, come “quanti tasti ha un pianoforte?” Ma sempre più persone si rivolgono a Google e ad altre piattaforme per trovare approfondimenti e consigli, per esempio domandando se “è più facile imparare a suonare il pianoforte o la chitarra e quanto dovrei esercitarmi per ognuno dei due?”. Capire da una frase di questo tipo qual è davvero il tipo di informazioni cercate non è facile, e di solito le persone vogliono poter confrontare una certa varietà di opinioni e prospettive. Questo è ciò a cui punta Bard
“Uniremo i feedback esterni con i nostri test interni per assicurarci che le risposte di Bard siano di qualità, sicure e fondate sul mondo reale”, spiega in un blog post l’amministratore delegato di Mountain View Sundar Pichai, sottolineando che l’imminente fase di test aiuterà Google “a continuare a imparare e migliorare la qualità e la velocità di Bard”.
Pichai spiega che con Bard, “cerchiamo di combinare l’ampiezza della conoscenza mondiale con l’intelligenza, la potenza e la creatività dei nostri grandi modelli linguistici. Bard utilizza le informazioni presenti sul Web per fornire risposte aggiornate e di alta qualità.
Inizialmente, Bard utilizzerà una versione semplificata di LaMda. Questo modello, molto più piccolo, richiede una potenza di calcolo significativamente inferiore, consentendoci di aprirlo a più persone e ricevere così più commenti e suggerimenti”.
L’evoluzione che ha portato a Bard
Prima di Bard, Google ha utilizzato Bert, uno dei primi modelli Transformer del gruppo, che ha giocato un ruolo essenziale per comprendere le complessità del linguaggio umano. “Due anni fa abbiamo introdotto Mum, che è mille volte più potente di Bert e ha una comprensione delle informazioni non solo di livello superiore, ma anche multilingue, tanto che può individuare i momenti chiave di un video e fornire informazioni importanti, incluso il supporto in caso di crisi, in più lingue”, dice Pichai. “Ora, le nostre più recenti tecnologie di Ai – come LaMda, PaLm, Imagen e MusicLM – si basano su questi progressi, creando modi completamente nuovi per interagire con le informazioni, che si tratti di un testo, di un’immagine, di un video o di un audio. Stiamo lavorando per portare questi recenti progressi dell’Ai nei nostri prodotti, a partire dalla Ricerca Google”.
Una soluzione al servizio (anche) degli sviluppatori
Pichar precisa che, “oltre ai nostri prodotti, pensiamo che sia importante rendere facile, sicura e scalabile la possibilità di beneficiare di questi progressi, basandosi sull’utilizzo dei nostri modelli migliori. Il mese prossimo inizieremo a coinvolgere sviluppatori, creatori di contenuti e aziende in modo che possano provare la nostra interfaccia di linguaggio generativo (Generative Language Api), inizialmente abilitata da LaMda e con una serie di altri modelli a seguire. Nel tempo, intendiamo creare una suite di strumenti e Api che semplificheranno la creazione di applicazioni innovative grazie all’Ai. Avere la potenza di calcolo necessaria per creare sistemi Ai affidabili e sicuri è fondamentale anche per le startup, e siamo felici di poter aumentare l’impatto di queste attività attraverso le nostre partnership di Google Cloud con Cohere, C3.ai e Anthropic, annunciate la scorsa settimana. Presto avremo nuovi dettagli per gli sviluppatori”.
Sviluppare l’intelligenza artificiale responsabilmente
L’intervento di Pichai si conclude con un richiamo all’etica. “Rendere disponibili le esperienze basate su questi modelli richiede un approccio audace e responsabile, e questo è fondamentale. È il motivo per cui siamo impegnati a sviluppare l’Ai responsabilmente: nel 2018, Google è stata una delle prime aziende a pubblicare una serie di Principi sull’Ai. Continuiamo a fornire formazione e risorse ai nostri ricercatori, collaboriamo con governi e organizzazioni esterne per sviluppare standard e best practice, e collaboriamo con le comunità e gli esperti per rendere l’Ai utile e sicura.
Che si tratti di applicare l’Ai per trasformare radicalmente i nostri prodotti oppure di mettere questi potenti strumenti a disposizione di altri”, chiosa il manager, “continueremo a essere audaci nell’innovazione e responsabili nel nostro approccio. Questo è solo l’inizio: nelle prossime settimane e nei prossimi mesi arriveranno altre novità in tutte queste aree”.