Il dibattito pubblico sull’uso dell’intelligenza artificiale (Ia) dovrebbe incentrarsi su come esplorare l’enorme potenziale della tecnologia a sostegno degli esseri umani e sul fatto che l’Ue è rimasta finora indietro nella corsa globale per la leadership tecnologica. C’è, infatti, il rischio che le future norme tecnologiche vengano sviluppate altrove e da attori non democratici. Sono queste le raccomandazioni finali della commissione speciale sull’intelligenza artificiale in un’era digitale (Aida) adottate ieri dal Parlamento europeo. Il testo è stato approvato con 495 voti favorevoli, 34 contrari e 102 astensioni.
“La nostra futura competitività globale nel settore digitale dipende dalle norme che mettiamo in atto oggi. Queste norme devono essere in linea con i nostri valori: democrazia, Stato di diritto, diritti fondamentali e rispetto dell’ordine internazionale basato sul diritto”, ha dichiarato il Presidente della commissione speciale Aida, Dragoş Tudorache. “Riuscire in questo è fondamentale, dato che la lotta tra autoritarismo e democrazia sta diventando sempre più acuta – e purtroppo più mortale, come abbiamo visto con l’ingiustificata invasione russa dell’Ucraina”.
L’Ia a supporto della produttività del capitale e del lavoro
La commissione speciale Aida, si legge in una nota, ha identificato le opzioni attuabili a livello politico per sbloccare il potenziare dell’Ia nei settori della salute, dell’ambiente e del cambiamento climatico, per aiutare a combattere le pandemie e la fame nel mondo, e migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la medicina personalizzata. I deputati affermano che l’Ia, se combinata con le necessarie infrastrutture di supporto, istruzione e formazione, potrebbe aumentare la produttività del capitale e del lavoro, l’innovazione, la crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro. Infine, i deputati convengono sul fatto che l’Unione non debba sempre regolamentare l’Ia come tecnologia e che il grado dell’intervento normativo debba essere proporzionato al tipo di rischio sostenuto dall’uso di un particolare sistema di Ia.
Rischi di sorveglianza di massa
Nel testo, si prende atto della spinta dell’Unione per un accordo globale su norme comuni per l’uso responsabile dell’Ia e si incoraggiano le democrazie che condividono i medesimi principi a collaborare al fine di indirizzare il dibattito internazionale. I deputati sottolineano anche che le tecnologie di Ia pongono questioni etiche e giuridiche cruciali ed esprimono preoccupazione per la ricerca militare e gli sviluppi tecnologici per la creazione di sistemi d’arma letali autonomi.
Inoltre, alcune tecnologie di Ia consentono un’automatizzazione dell’elaborazione delle informazioni senza precedenti, che apre la strada alla sorveglianza di massa e a interferenze illecite nei diritti fondamentali. I deputati avvertono che i regimi autoritari utilizzano sistemi di Ia per esercitare una sorveglianza di massa e classificare i propri cittadini o limitare la libertà di circolazione, mentre le piattaforme tecnologiche dominanti utilizzano le tecnologie di Ia per ottenere più informazioni personali. Secondo i deputati, tale “profilazione” crea rischi ai sistemi democratici.
L’Ue dovrebbe quindi rafforzare la cooperazione internazionale con partner che condividono i medesimi principi, al fine di proteggere i diritti fondamentali e cooperare, allo stesso tempo, per ridurre al minimo le nuove minacce tecnologiche.
“Con questo mandato negoziale, dimostriamo chiaramente che l’Ia rappresenterà un incentivo per la digitalizzazione e un elemento rivoluzionario nella competizione digitale globale”, ha affermato il relatore Axel Voss. “La nostra tabella di marcia Ia pone l’Unione nella posizione di svolgere un ruolo guida a livello mondiale. L’Ue”, ha aggiunto, “ha ora la possibilità unica di promuovere un approccio all’Ia attendibile incentrato sull’uomo. Un approccio che si basa sui diritti fondamentali e che gestisce i rischi pur sfruttando appieno i benefici che l’Ia può portare a tutta la società. Abbiamo bisogno di un quadro giuridico che lasci spazio all’innovazione e di un mercato unico digitale armonizzato con norme chiare. Abbiamo bisogno di una quota massima di investimenti e di un’infrastruttura digitale solida e sostenibile a cui tutti i cittadini possano accedere”.
La risoluzione contribuirà al prossimo lavoro parlamentare sull’Ia, in particolare sulla normativa Ia attualmente in discussione nelle commissioni mercato interno e protezione dei consumatori (Imco) e libertà civili, giustizia e affari interni (Libe). La normativa Ia sarà votata dalle due commissioni parlamentari alla fine di settembre.