Nessun dipendente di Intesa Sanpaolo perderà il lavoro a causa degli sviluppi tecnologici e dell’intelligenza artificiale. È la rassicurazione data dall’Ad Carlo Messina durante l’iniziativa ‘Nessuno escluso’, in cui la banca ha presentato il proprio impegno nel sociale.
“Ribadisco un impegno che ho già preso quando abbiamo dichiarato che accelereremo il nostro impegno per la tecnologia e l’intelligenza artificiale – ha detto – garantisco a tutte le persone che sono in banca che nessuno avrà disagi da quello che accadrà nei prossimi anni sulla tecnologia. E’ un mio impegno personale che chi lavora in questa banca non sarà costretta a lasciarla perché la banca si svilupperà in tecnologia, in uno sviluppo che porta nel percepito a una minaccia sui posti di lavoro. Noi continueremo a tenere le persone in azienda, a trovare delle forme alternative per la loro valorizzazione, se ci affidiamo di più alla tecnologia”. “Questa filosofia che noi portiamo in azienda – ha chiarito Messina – nasce da persone che sono state decisive nella costruzione di questa azienda, che io spero di avere l’onore di guidare per molti anni con questa filosofia”.
Garantiti aumenti di stipendio e Tfr
Messina ha fatto presente che la maggior parte dei dipendenti “ha uno stipendio dignitoso che viene toccato dall’inflazione. Io sono totalmente a favore degli aumenti di stipendio delle persone che lavorano in banca. C’e’ una trattativa in corso, spero che venga accelerata, ma per quanto ci riguarda le persone della banca possono essere certe di contare sia sull’aumento di stipendio, sia sul tfr, che noi garantiremo alle nostre persone già in questo trimestre“. In una condizione di forte redditività per l’azienda – ha chiarito -, “io mi vergogno di guardare le mie persone, se non garantisco loro di avere aumenti di stipendio.
”Noi – ha concluso il ceo di Intesa Sanpaolo – siamo il primo datore di lavoro in Italia e penso che sia una nostra responsabilità aver chiaro che nelle fasi di complessità è necessario agire subito con rapidità”.
“Non siamo solo una banca”
Nel corso dell’evento è emerso che, per la cultura e la lotta contro le disuguaglianze, nei prossimi cinque anni Intesa Sanpaolo metterà “a disposizione 1,5 miliardi di euro in favore del sociale”, quindi – ha spiegato Messina – “invito a non banalizzare quando si parla di soggetti che sono istituzioni in questo Paese, non siamo solo una banca“. “Senza Intesa Sanpaolo non si alimenterebbe il sociale nel nostro paese – ha aggiunto -. Attraverso la buona gestione della banca e l’azione di 150 mila persone garantiamo ninfa vitale per realtà che generano bontà sul territorio”.
Oggi “ho esposto al Cda della Banca il nostro programma a contrasto delle disuguaglianze e a favore dell’inclusione finanziaria educativa e sociale, un programma di 1,5 miliardi di euro negli anni tra il 2023 e il 2027 considerando gli importi destinati alle iniziative e quelli relativi ai costi delle strutture a supporto delle iniziative stesse” ha spiegato l’Ad. Nell’ultimo decennio “abbiamo articolato in maniera sempre più ampia il nostro programma a favore dell’inclusione finanziaria, educativa e sociale; in particolare tra il 2018 e il 2022 il programma ha raggiunto una dimensione pari a un miliardo di euro” ha continuato Messina, concludendo che la banca “deve essere considerata come la principale istituzione nel contrasto alle disuguaglianze in questo Paese“.
“Crescita significativa nel potenziale dell’Italia”
“Voglio sia chiaro che non solo siamo una grande banca europea, una grande compagnia assicurativa ma anche la più grande fondazione che opera in Italia”, ha detto Messina ricordando che Intesa distribuisce ogni anno 200 milioni per il sociale a fronte dei 150 della Cariplo e dei 180 della Compagnia Sanpaolo. “Viviamo in un Paese molto forte – ha quindi puntualizzato Messina -: sono spesso disorientato dal modo in cui noi stessi parliamo dell’Italia, un Paese che ha elementi di forza indiscutibili, un mondo delle imprese estremamente forte, diversificato e con un potenziale rilevantissimo. Ha un mondo delle famiglie e del risparmio che non ha eguali in Europa”. L’Italia, ha aggiunto, “ha certamente una dimensione del debito pubblico significativa, ma la ricchezza del nostro Paese è talmente elevata che anche il debito pubblico ha sicuramente delle condizioni di sostenibilità nella misura in cui il nostro Paese riuscirà ad attivare processi di crescita importanti e a realizzare quello che è previsto dal Pnrr“. “Una crescita significativa – conclude – è nel potenziale dell’Italia”.