LO SCENARIO

Intelligenza artificiale, Italia terza in Europa per tasso di adozione nelle imprese



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È quanto emerge dall’EY Italy AI Barometer, secondo cui con il 77% ci piazziamo solo dopo Spagna (84%) e Svizzera (82%). Santonato: “Investire oggi permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo”. Servizi finanziari, immobiliare, retail e consumer products i settori a più alto potenziale

Pubblicato il 2 set 2024



EYAIBarometer2024

L’adozione dell’intelligenza artificiale (AI) nelle imprese italiane continua a crescere, posizionando l’Italia al terzo posto in Europa con un tasso del 77%, subito dopo la Spagna (84%) e la Svizzera (82%). Questi dati emergono dalla prima edizione dello studio “EY Italy AI Barometer” realizzato da EY, che ha coinvolto oltre 4700 manager di 9 Paesi europei, inclusi 528 professionisti di imprese italiane.

Secondo il rapporto, quasi tre quarti dei rispondenti italiani (76%) hanno un’esperienza diretta con l’AI, utilizzandola sia nella vita privata (43%) che nel contesto lavorativo (12%), mentre il 20% la impiega in entrambi gli ambiti. L’ottimismo verso queste tecnologie è evidente, con molte imprese che vedono l’AI come una priorità strategica.

Investire nell’AI per posizionarsi come leader

“L’intelligenza artificiale si sta affermando come una delle principali priorità e l’Italia è tra i primi tre Paesi che l’hanno adottata – afferma Giuseppe Santonato, AI Transformation Leader di EY Italia -. Investire oggi nell’intelligenza artificiale permette alle aziende di posizionarsi come leader in un contesto di mercato in costante evoluzione e sempre più competitivo. Un’azienda su tre si prepara a investire sulle sue potenzialità per il prossimo anno, e i settori che prevediamo saranno al fronte di questo movimento includono i servizi finanziari, il settore immobiliare e il retail e consumer products”.

L’analisi evidenzia che l’Italia è avanti nell’implementazione dell’AI nei contesti lavorativi rispetto alla media europea, con quasi un quarto dei rispondenti (24%) che afferma che l’AI sta già influenzando il loro lavoro e il 46% che prevede un incremento nei prossimi tre anni dell’impatto delle applicazioni AI nel business. Inoltre, il 24% dei rispondenti ritiene che l’intelligenza artificiale possa sostituire parti delle mansioni su larga scala e il 77% si aspetta che questa porti a una riduzione del numero di dipendenti man mano che il suo utilizzo si consolida.

La crucialità della formazione

La formazione è un tema cruciale in questo campo, con il 37% dei rispondenti che pensa che la propria azienda dovrebbe fornire maggiore formazione e il 32% che ritiene di non avere abbastanza supporto in questo senso. Solo il 16% dei rispondenti si dichiara soddisfatto della formazione ricevuta sul posto di lavoro, mentre il 55% si dedica all’autoformazione, sia privatamente (22%) che professionalmente (20%), prediligendo per la maggior parte formazione dal vivo e corsi online.

Le trasformazioni derivanti dalle nuove tecnologie non vengono viste in modo negativo dalla maggior parte dei rispondenti: il 52% ritiene che la propria azienda abbia sufficienti conoscenze per implementare l’AI nel modo corretto. Tuttavia, nel settore pubblico, il 67% dei rispondenti pensa di non avere abbastanza conoscenze.

I benefici dell’adozione dell’AI

Nonostante le sfide, i benefici dell’adozione dell’AI sono già evidenti, soprattutto in termini di risparmi sui costi: in Italia, più della metà dei manager (58%) afferma che l’uso dell’AI ha permesso loro di risparmiare sui costi, aumentare i profitti o entrambi. Queste tecnologie impattano maggiormente il 69% di coloro che hanno ruoli manageriali, rispetto al 49% di chi ha un ruolo non manageriale.

Attualmente, in Italia, l’intelligenza artificiale viene implementata principalmente nelle funzioni di marketing, cybersecurity e protezione dei dati, e assistenza ai dipendenti.

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