IL CONGRESSO NAZIONALE

Intelligenza artificiale, la Cina punta all’autosufficienza: “Inutili le sanzioni Usa”

Pechino punta a rafforzare la creazione, l’applicazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale scientifica e tecnologica per superare i ban di Washington. Annunciata l’iniziativa “AI Plus” per favorire l’integrazione della tecnologia con l’economia reale e accelerarne l’utilizzo in settori chiave

Pubblicato il 05 Mar 2024

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Le sanzioni Usa e le altre misure per ostacolare il rafforzamento della Cina nei settori emergenti della tecnologia – tra cui le reti mobili 5G, i semiconduttori e l’intelligenza artificiale “si riveleranno inutili”: è questa la dichiarazione scaturita dopo la prima giornata del Congresso nazionale del popolo (Cnp), riunito a Pechino nell’ambito delle Due Sessioni. “In qualsiasi tecnologia conosciuta dall’uomo, non potranno soffocarci. È solo questione di tempo”, ha detto il portavoce del Congresso nazionale del popolo, Lou Qinjian, come si legge sul South China Morning Post. 

Anzi, la Cina ha tutte le intenzioni di intensificare i suoi sforzi, in particolare nel campo dell’intelligenza artificiale e nell’informatica quantistica, come prevede il programma contenuto nel rapporto che il governo ha presentato al Congresso nazionale del popolo. Questo piano fa parte della strategia del Paese asiatico per raggiungere l’autosufficienza tecnologica, ridurre la dipendenza dai fornitori stranieri e migliorare la sicurezza nazionale e la resilienza economica, sottolinea il rapporto. Il rapporto menziona il lancio di un’iniziativa “Ai Plus” per favorire l’integrazione dell’intelligenza artificiale con l’economia reale e accelerarne l’applicazione in settori chiave.

Sull’Ai la Cina vuole fare “rete” contro gli Usa 

“La Cina”, ha affermato Lou, “è ferma nella sua determinazione a garantire l’autosufficienza nella scienza e nella tecnologia. Nessun ostacolo tecnologico è troppo grande da superare finché persistiamo nei nostri sforzi”. Lou ha affermato che la risposta della Cina alla strategia di contenimento degli Stati Uniti non sarà l’autoisolamento, ma una chiamata alle armi per l’innovazione tecnologica e la collaborazione globale. “Rafforzaremo la creazione, l’applicazione e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale scientifica e tecnologica”, ha affermato Lou. “Parteciperemo inoltre attivamente alla rete globale di innovazione, promuoveremo congiuntamente la ricerca di base, faciliteremo la trasformazione dei risultati scientifici e tecnologici, coltiveremo nuovi motori di sviluppo economico e miglioreremo il benessere umano”.

Il portavoce del Congresso nazionale del popolo ha aggiunto che la politica della Casa Bianca, che cerca di interrompere le catene di approvvigionamento della Cina, non ha fatto altro che ostacolare il progresso tecnologico globale, indebolire lo sviluppo industriale in tutto il mondo e ampliare il “divario nello sviluppo globale”.

Il Piano piano “Ai Plus”

In questo contesto, il progetto “Ai Plus” di Pechino mira a promuovere la trasformazione industriale e lo sviluppo economico di alta qualità, oltre a generare nuovi punti percentuali di crescita. Le autorità sperano che l’iniziativa acceleri l’applicazione della tecnologia Ai in settori come l’industria, l’agricoltura e i servizi, migliorando l’efficienza e la qualità della produzione. L’iniziativa dovrà incoraggiare la creazione di nuovi modelli di business e la trasformazione delle industrie tradizionali e anche rafforzare la competitività internazionale della Cina nel campo della scienza e della tecnologia attraverso la costruzione di cluster digitali.

Lo stesso South Cina Morning Post ha riferito, nei giorni scorsi, degli incontri nella capitale cinese tra il premier Li Qiang e la presidente della Camera di Commercio degli Stati Uniti, Suzanne Clark, e sostiene che le imprese americane stiano mettendo in pausa gli investimenti nel mercato cinese, sia per le difficili relazioni bilaterali sia per un rallentamento dell’economia cinese. Lo sviluppo dell’Ai Made in China, dunque, è considerato cruciale da Pechino per sostenere la crescita.

Infatti, nelle “Due Sessioni”, gli incontri annuali dell’Anp e del Comitato nazionale della Conferenza consultiva politica del popolo cinese (Ccppc), i leader delle aziende tecnologiche cinesi hanno presentato una serie di proposte per promuovere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, come riferito portale economico Yicai.

Aziende cinesi dell’Ai in prima fila

Tra questi, Lei Jun, presidente di Xiaomi, ha sostenuto la divulgazione dei corsi di intelligenza artificiale nella scuola dell’obbligo, la promozione delle carriere legate all’intelligenza artificiale nelle università e il sostegno alla formazione di talenti specializzati nell’intelligenza artificiale applicata.

Da parte sua, Zhou Hongyi, presidente di 360 Security Technology, ha sottolineato l’importanza della sicurezza nell’intelligenza artificiale e ha suggerito che modelli linguistici con oltre 10 miliardi di parametri siano sufficienti per determinati campi.

Sulla stessa linea Yang Jie, presidente dell’operatore China Mobile, che ha descritto l’intelligenza artificiale come un’infrastruttura chiave per la transizione economica e sociale.

Liu Qingfeng, presidente della societa’ tecnologica iFlytek, ha sottolineato l’importanza dello sviluppo dell’intelligenza generale artificiale (Agi) per “colmare il divario con gli Stati Uniti” e ottenere un vantaggio nelle applicazioni industriali e nella creazione di valore.

Nel 2023 l’industria cinese dell’intelligenza artificiale ha una dimensione di 500 miliardi di yuan (64 miliardi di euro) con più di 4.400 aziende, secondo i dati del China Information industry development center. Secondo la stessa fonte, il mercato dei grandi modelli di intelligenza artificiale raggiungerà i 2 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 110% su base annua.

La difficoltà sui chip e le mire sul quantum computing

Lou ha anche assicurato che gli sforzi legislativi della Cina, “saranno orientati in particolare nell’affrontare le preoccupazioni etiche, morali e di sicurezza nelle tecnologie di frontiera come l’intelligenza artificiale e la biotecnologia, con l’obiettivo finale di perfezionare continuamente il quadro giuridico cinese per la scienza e la tecnologia”. Al momento la Cina non si è ancora dotata di una legge sull’Ai, anche se lo scorso anno l’Amministrazione cinese per il cyberspazio ha pubblicato una bozza di regolamento di settore.

Nonostante le affermazioni di Lou, le sanzioni Usa stanno rendendo più incerte le prospettive per l’industria cinese dei semiconduttori. Pechino fatica a produrre chip più avanzati, per quanto fornitori come Huawei abbiano fatto grandi passi in avanti. Al momento, i chip di fascia più alta, quelli ad alta capacità per l’intelligenza artificiale, sono appannaggio degli Stati uniti e dei paesi occidentali.

Per quanto riguarda l’informatica quantistica, il governo cinese non ha per ora illustrato piani specifici, ma l’inclusione di questa tecnologia nel sua inclusione nel rapporto presentato al Congresso nazionale del popolo riflette l’interesse della Cina per il quantum computing il suo potenziale per risolvere problemi complessi in vari campi.

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