IL REPORT DEL WEF

Intelligenza artificiale, la disinformazione diventa la prima minaccia mondiale

Supera addirittura gli eventi climatici estremi. E il rischio è destinato ad aggravarsi con l’avvicinarsi delle elezioni politiche in diversi Paesi, a partire dagli Stati Uniti. Aumenta la manipolazione delle informazioni a seguito dell’avvento di tecnologie sempre più sofisticate, AI generativa in testa, che trovano terreno fertile in un contesto di sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Il Global Risks Report 2024 del World Economic Forum

Aggiornato il 11 Gen 2024

Wef rischi AI

La disinformazione e la “misinformazione“, cioè l’informazione non volutamente errata, rappresentano il primo rischio a livello mondiale a breve termine (da qui a due anni), mentre a lungo termine (entro i prossimi 10 anni) il primo sono gli eventi climatici estremi. È quanto emerge dal “Global risks report 2024″ del World economic forum (Wef). Lo studio (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), prodotto in collaborazione con Zurich Insurance group e Marsh McLennan, si basa sulle opinioni di oltre 1.400 esperti di rischi globali, politici e leader del settore intervistati nel settembre 2023.

Il rapporto rivela un mondo “afflitto da un binomio di crisi pericolose: clima e conflitto“. Queste minacce si trovano in un contesto di rapida accelerazione del cambiamento tecnologico e dell’incertezza economica. In particolare, è l’avvento dell’intelligenza artificiale e della Generative Ai a far temere la moltiplicazione delle fake news.

Disinformazione e Ai primo rischio “imminente”

Guerra e conflitti, polarizzazione della politica e della società, aumento del costo della vita, impatti crescenti della crisi climatica, destabilizzazione dell’ordine globale: le sfide che l’umanità si troverà a fronteggiare di qui a dieci anni sono tante e complesse. Ma la disinformazione è, secondo gli esperti, la prima minaccia di qui a due anni. Questa crescente preoccupazione è in gran parte guidata dal potenziale dell’Ai, nelle mani di cattivi attori, di inondare i sistemi informativi globali con false narrazioni.

Nei prossimi due anni, afferma il rapporto, “gli attori stranieri e nazionali faranno leva sulla disinformazione e sulla misinformazione per ampliare le divisioni sociali e politiche”. Questo rischio è aumentato dalle tante elezioni politiche in programma, con più di 3 miliardi di persone che si recheranno alle urne nel 2024 e nel 2025, anche nelle principali economie come gli Stati Uniti, l’India, il Regno Unito e l’Ue.

La disinformazione in tutto il mondo potrebbe causare disordini civili, ma potrebbe spingere alcuni governi ad aumentare la censura, la propaganda interna e i controlli sul libero flusso di informazioni.

Le minacce cyber al quinto posto

Nella classifica dei rischi a breve termine gli esperti hanno collocato al secondo posto gli eventi climatici estremi e al terzo la “polarizzazione sociale”. Al quarto posto si posiziona l’insicurezza cyber, al quinto i conflitti armati fra Stati, al sesto posto la mancanza di opportunità economiche, seguita dall’inflazione e dalle migrazioni involontarie. Al nono posto la decrescita e, infine, al decimo posto, l’inquinamento.

La crisi climatica è il rischio più grande nei prossimi 10 anni

Nei rischi nei prossimi 10 anni è l’emergenza climatica a farla da padrone, ma ricompare, al sesto posto, l’intelligenza artificiale con i possibili effetti avversi. La disinformazione è quinta.

Nel dettaglio, il rischio numero uno sono gli eventi climatici estremi; al secondo posto si trovano i “cambiamenti critici ai sistemi della Terra”, al terzo la perdita della biodiversità e il collasso dell’ecosistema, al quarto la penuria di risorse naturali, al quinto la disinformazione e la “misinformazione”.

Seguono gli effetti avversi dell’intelligenza artificiale, le migrazioni involontarie, l’insicurezza cyber, la polarizzazione nella società e al decimo l’inquinamento.

La soluzione è la cooperazione internazionale

Il rapporto rileva un alto livello di pessimismo negli esperti intervistati. Nei prossimi due anni il 54% prevede un alto grado di instabilità e un rischio moderato di catastrofi globali; un altro 30% ha una visione ancora più negativa del prossimo futuro (tempestoso o turbolento). L’outlook a dieci anni peggiora, con il 63% che prevede un mondo tempestoso o turbolento, mentre scendono al 29% gli esperti che parlano di instabilità generalizzata.

Data la portata delle sfide economiche, politiche e ambientali che il mondo sta affrontando, il rapporto conclude che “la collaborazione transfrontaliera su larga scala rimane fondamentale” per affrontare e gestire i rischi da cui dipende la stessa sicurezza e prosperità dell’umanità.

Questo sarà un punto centrale nella riunione annuale del World economic forum 2024 a Davos, in Svizzera, che si svolgerà sotto il tema Rebuilding Trust. Il programma sollecita uno spirito di “ritorno alle origini di dialogo aperto e costruttivo tra i leader del governo, delle imprese e della società civile”.

Articolo originariamente pubblicato il 10 Gen 2024

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