SCENARI

Intelligenza artificiale, lavoratori in allerta: posti a rischio?

Il 39% non teme particolari scossoni ma oltre il 40% ritiene invece che ci saranno cambiamenti sostanziali nel proprio settore di riferimento e che saranno automatizzate molte attività. È quanto emerge da un sondaggio di AtlasVpn. Kardelis: “Man mano che si va avanti sarà fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione e considerazioni etiche per garantire che l’AI venga utilizzata per il miglioramento della società”

Pubblicato il 24 Mar 2023

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Accolta in un clima che spazia dall’entusiasmo alla paura, l’ascesa dell‘intelligenza artificiale (AI) è associata a scenari apparentemente contrastanti: alcuni vedono il potenziale per una maggiore efficienza e innovazione, altri sono preoccupati per la potenziale perdita di posti di lavoro. Secondo i dati raccolti da AtlasVpn, in particolare, il 42% delle persone ritiene che l’intelligenza artificiale sostituirà i lavoratori nella propria area. Ma non tutti sono d’accordo.

I dati si basano sul sondaggio globale “Trust in artificial intelligence: a global study”, condotto dall’Università del Queensland e da Kpmg Australia su un totale di 17.193 intervistati provenienti da 17 Paesi. Dalla survey è emerso che circa 2 persone su 5 temono che l’intelligenza artificiale sostituirà il loro lavoro o svolgerà  compiti chiave di esso. Oggi modelli di intelligenza artificiale come ChatGpt possono già scrivere articoli su argomenti specifici o aiutare i copywriter a scrivere testi per un sito web aziendale. Inoltre, altri strumenti di intelligenza artificiale aiutano ad automatizzare le attività, raccogliere e analizzare dati, creare progetti grafici o gestire le richieste di base dei clienti.

AI come minaccia: non tutti sono d’accordo

Tuttavia, una percentuale simile (39%) di persone non è d’accordo sul fatto che l’intelligenza artificiale rappresenti una minaccia per il loro lavoro. Alcuni lavori richiedono infatti ancora un intervento fisico di una persona e, al momento, non possono essere sostituiti dall’intelligenza artificiale.
Inoltre, quasi un quinto (19%) degli intervistati afferma di sentirsi neutrale rispetto all’AI: alcuni di loro, secondo gli analisti, potrebbero non essere pienamente consapevoli della misura in cui l’AI potrebbe automatizzare le loro attività, mentre altri potrebbero avere abilità o conoscenze che non sono facilmente replicabili dall’IA e quindi sono meno preoccupati di essere sostituiti.

Più ottimismo che paura verso l’intelligenza artificiale

Ma quali sono le “emozioni” che l’intelligenza artificiale provoca nei lavoratori? Dall’ottimismo all’ansia, l’indagine ha messo in luce sentimenti eterogenei.
Circa due terzi (67%) delle persone si sentono ottimisti riguardo ai benefici che l’AI può portare alla società. Inoltre, il 60% degli intervistati esprime entusiasmo per la tecnologia “intelligente”. Nonostante le varie preoccupazioni, la maggior parte delle persone vede l’AI come uno strumento che può portare cambiamenti positivi e soluzioni a molti problemi. Quasi tre persone su cinque (57%) affermano di sentirsi rilassate riguardo al futuro dell’AI. Questo può essere dovuto alla crescente familiarità con l’intelligenza artificiale e i suoi potenziali benefici, come una maggiore efficienza e produttività in vari settori.

Allo stesso tempo, però, il 48% e il 47% degli intervistati esprime preoccupazione o addirittura paura per l’impatto dell’intelligenza artificiale sull’umanità. Inoltre, un quarto (24%) delle persone si dice addirittura “indignato” per le applicazioni AI. La preoccupazione per l’IA è probabilmente dovuta ai potenziali rischi associati al suo uso improprio o alle conseguenze indesiderate.

Necessario trovare un equilibrio

“Poiché il progresso dell’IA persiste, non si può negare che avrà un impatto significativo sulla forza lavoro – conclude Vilius Kardelis, PR Manager di AtlasVpn – . Mentre andiamo avanti, sarà fondamentale trovare un equilibrio tra innovazione e considerazioni etiche per garantire che l’AI sia utilizzata per il miglioramento della società”.

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