LO SCENARIO

Intelligenza artificiale, le nuove mosse di Europa e Usa

OpenAi in audiuzione al Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione dell’Intelligenza artificiale, presieduto da Anna Ascani. “Sosteniamo la proposta europea”. Patto Ue-Unesco per sostenere i Paesi più vulnerabili nell’elaborazione di una regolamentazione. Gli Stati Uniti valutano nuove restrizioni all’export di chip AI verso la Cina. In aumento i progetti delle imprese a livello globale: secondo uno studio Ibm il 50% dei ceo ha già avviato piani di integrazione. Sul dark web rubati oltre 100mila account ChatGpt

Pubblicato il 28 Giu 2023

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Grandi strategie in corso sul fronte regolamentazione dell’Intelligenza artificiale. Europa e Usa si muovono all’unisono a sostegno dei Paesi più vulnerabili mentre gli Usa stanno valutando nuove restrizioni sulle esportazioni di chip AI in Cina. Intanto uno studio Ibm rivela lo scenario dei progetti sviluppati a livello globale mentre Thales stringe un accordo con Google Cloud per proteggere i dati con la AI. intelligenza artificiale. Furti di account ChatGpt in aumento: 100mila account di utenti sottratti con malware info-stealing nell’ultimo anno.

OpenAi: “Sosteniamo proposta Ue”

“Sosteniamo la proposta europea sull’Intelligenza artificiale, crediamo che i governi democratici debbano regolare questo settore, non si può garantire che la tecnologia vada a vantaggio di tutti senza una cornice normativa”. Lo ha detto Anna Makanju, Head of Public Policy di OpenAI, la società creatrice di ChatGpt, nell’audizione presso il Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione dell’Intelligenza artificiale, presieduto dalla Vicepresidente Anna Ascani. “Non usiamo i dati per finalità commerciali, il nostro modello è sicuro, per impostare ChatGpt4 in maniera corretta abbiamo impiegato sei mesi”.

Il patto Ue-Unesco sull’Intelligenza artificiale

L’Unione europea contribuirà al finanziamento di un programma Unesco volto ad aiutare i Paesi più vulnerabili ad elaborare norme di regolazione dell’intelligenza artificiale: è quanto annunciato dall’organismo Onu per Scienza, Educazione e Cultura con sede a Parigi. Bruxelles stanzierà un finanziamento di quattro milioni di euro a favore di questo programma, “dedicato a sostenere i Paesi a basso reddito nell’attuazione della loro legislazione nazionale”, precisa l’Unesco in una nota. Secondo la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, “dinanzi alle pressanti sfide rappresentate dall’Intelligenza artificiale, dobbiamo andare più veloci, fornendo maggiore sostegno ai Paesi a basso reddito”.

Nel novembre 2021, l’organismo Onu adottò “una prima cornice normativa mondiale per un uso etico dell’Ia”, con una “road map per i Paesi che descrive come amplificare i vantaggi dell’Ia riducendo al tempo stesso i rischi rappresentanti da questa tecnologia”. Oggi, l’Unesco ha anche annunciato il rafforzamento della partnership con il marchio italiano Prada per la tutela dell’Oceano nell’ambito del programma Sea Beyond.

Ue-Usa al lavoro sulla AI generativa

Nel Consiglio Commercio e tecnologia Ue-Usa, riguardo all’intelligenza artificiale “c’è stato un accordo su 65 definizioni chiave creando tre gruppi di lavoro, che hanno potuto attuare i nostri obiettivi sulla tassonomia, sulle norme e sui rischi emergenti potenziali”. Lo ha detto Margrethe Vestager, vp esecutivo della Commissione Ue con delega alla Concorrenza, audita dalla commissione Commercio internazionale del Parlamento Ue sui recenti sviluppi nei lavori del Consiglio Commercio e tecnologia Ue-Usa.

Inoltre è stato deciso, spiega Vestager, “di portare avanti la nostra cooperazione a un livello superiore, alla luce delle evoluzioni rapidissime dell’intelligenza artificiale generativa. È veramente un fattore che cambierà le regole del gioco. Si tratta dell’intelligenza artificiale di prossima generazione, e avrà ripercussioni praticamente su qualsiasi cosa noi faremo. Ecco perché insieme volevamo lavorare su un codice di comportamento dell’intelligenza artificiale per fissare una serie di principi che possano disciplinare lo sviluppo e il dispiegamento dell’intelligenza artificiale generativa a livello industriale”.

Obiettivo mettere a punto un progetto per questo codice già “nelle prossime settimane – specifica Vestager -, con la possibile cooperazione per i partner che la pensano allo stesso modo, e poi ne parleremo al G7 di Hiroshima“.

Chip AI, stretta Usa sulle esportazioni in Cina

Gli Stati Uniti stanno valutando nuove restrizioni sulle esportazioni di chip AI in Cina, riporta il Wall Street Journal. Di conseguenza le azioni di Nvidia sono scese di oltre il 2%, mentre Amd è scesa di circa l’1,5%. Il Dipartimento del Commercio interromperà le spedizioni di chip prodotti da Nvidia e altre società di chip ai clienti in Cina già a luglio.

Nvidia, Micron e Amd sono tra i produttori di chip statunitensi coinvolti nel fuoco incrociato tra la Cina e l’amministrazione Biden.

A settembre, Nvidia aveva affermato che i funzionari statunitensi avevano chiesto alla società di interrompere l’esportazione in Cina di due dei migliori chip: a seguire, Nvidia – guidata da Jensen Huang – aveva dichiarato che avrebbe offerto un nuovo chip avanzato (chiamato A800) in Cina per uniformarsi alle regole di controllo delle esportazioni. La società ha anche ottimizzato il suo chip H100 di punta all’inizio di quest’anno per conformarsi alle normative. Ma i nuovi limiti presi in considerazione dal dipartimento vieterebbero la vendita anche di chip A800 senza una speciale licenza di esportazione statunitense.

Ibm: a che punto è l’integrazione AI-prodotti

Il 50% dei ceo dichiara di aver già integrato l’AI generativa nei prodotti e nei servizi digitali ma oltre la metà (57%) degli intervistati è preoccupata per la sicurezza dei dati e il 48% teme sulla possibile parzialità o accuratezza dei dati. Inoltre meno di un ceo su tre (28%) ha valutato il potenziale impatto dell’AI generativa sulla propria forza lavoro e il 36% afferma di voler farlo nei prossimi 12 mesi. Lo rivela uno studio Ibm secondo cui quasi la metà dei ceo intervistati identifica la produttività come la loro massima priorità di business, rispetto al sesto posto nel 2022. Riconoscono che la modernizzazione della tecnologia è la chiave per raggiungere i loro obiettivi di produttività, classificandola come seconda priorità. Tuttavia, i ceo si trovano ad affrontare barriere fondamentali nella corsa alla modernizzazione e all’adozione di nuove tecnologie, come l’AI generativa.

Tre quarti degli intervistati ritengono che il vantaggio competitivo dipenderà da chi possiede l’AI generativa più avanzata. Tuttavia, i dirigenti stanno anche considerando potenziali rischi o barriere della tecnologia, come ad esempio i pregiudizi, l’etica e la sicurezza. Oltre la metà (57%) dei ceo è preoccupata per la sicurezza dei dati, mentre il 48% è preoccupato per la parzialità o l’accuratezza dei dati.

Esiste anche un disaccordo tra i ceo e i loro team quando si tratta di esser pronti all’adozione dell’AI. Il 50% dei ceo dichiara di aver già integrato l’AI generativa in prodotti e servizi e il 43% afferma di utilizzare l’AI generativa per comunicare le decisioni strategiche. Tuttavia, solo il 29% dei loro team ritiene di avere le competenze interne per adottare l’AI generativa; solo il 30% dei dirigenti senior non ceo afferma che la propria organizzazione è pronta ad adottare l’AI generativa in modo responsabile.

“L’AI generativa può ridurre le barriere all’adozione dell’AI e metà dei ceo intervistati la sta esplorando attivamente per avviarsi verso una nuova ondata di produttività, efficienza e qualità del servizio in tutti i settori”, ha dichiarato Jesus Mantas, Global Managing Partner di Ibm Consulting. “I ceo devono valutare i requisiti aziendali in materia di privacy dei dati, protezione della proprietà intellettuale, sicurezza, responsabilità algoritmica e governance al fine di pianificare l’implementazione di casi d’uso emergenti di AI generativa su larga scala”.

ChatGpt, sottratti più di 100mila account

Secondo quanto riportato da Bleeping Computer, i dati di mercato del dark web evidenziano che più di 100mila account di utenti di ChatGPT sono stati sottratti con malware info-stealing nell’ultimo anno. II picco è stato osservato a maggio 2023, quando gli attori delle minacce hanno pubblicato 26.800 nuove coppie di credenziali ChatGPT.

Per quanto riguarda la regione più bersagliata, l’Asia-Pacifico ha registrato quasi 41mila account compromessi tra giugno 2022 e maggio 2023, l’Europa ne ha avuti quasi 17mila e il Nord America si è classificato quinto con 4.700.

Gli info-stealer sono una categoria di malware che prende di mira i dati degli account memorizzati in applicazioni come client di posta elettronica, browser web, messaggistica istantanea, servizi di gaming, portafogli di criptovalute e altri.

Protezione dati, accordo Thales-Google Cloud

Partnership tra Thales e Google Cloud per lo sviluppo di nuove funzionalità per la protezione dei dati basate sull’Intelligenza Artificiale generativa. Questo permetterà alle aziende clienti di scoprire, classificare e proteggere i loro dati più sensibili. L’accordo – riferisce una nota – fa parte della strategia Thales di sviluppare sistemi basati sull’AI generativa, per portare nuove funzionalità ai clienti che utilizzano la piattaforma Thales CipherTrust. Un numero crescente di aziende archivia informazioni sensibili nel cloud. Secondo il Rapporto Thales sulle minacce informatiche, tuttavia, solo il 24% di esse sa dove sono archiviati i suoi dati. Grazie alla collaborazione con Google Cloud, Thales utilizzerà la AI per migliorare le funzionalità della CipherTrust Data Security Platform. In tal modo le aziende clienti possono scoprire, classificare e proteggere i loro dati sensibili nel cloud, migliorare l’efficienza operativa, ridurre i tempi per la compliance e superare le lacune in tema di sicurezza informatica.

Tra i servizi di Intelligent Protection della Piattaforma Thales CipherTrust si aggiungerà la nuova funzionalità del “Data Discovery and Classification Machine Learning”, basata su Vertex AI, che migliorerà la scoperta e la classificazione attuali. Con il sistema di machine learning, i dati vengono classificati in varie categorie e sottocategorie, sfruttando il “named entity recognition” per scoprire diverse tipologie di informazioni sensibili. Le tecniche di machine learning aumenteranno l’individuazione e la classificazione dei dati utilizzando il contesto semantico per individuare e classificare le informazioni sensibili da una serie di archivi di documenti aziendali, garantendo al contempo che i dati sensibili rimangano entro i perimetri stabiliti.

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