LA CALL TO ACTION

Intelligenza artificiale, Marco Gay: “All’Italia serve una strategia pubblico-privato”

Anitec-Assinform delinea i punti chiave per lo sviluppo: risorse significative da destinare all’ricerca e sviluppo e a Industria 4.0 e un quadro di regole semplici pro-innovazione. Cruciale il ruolo dell’hub di Torino che va reso operativo al più presto. “Così si garantisce la competitività per il futuro”

Pubblicato il 31 Ott 2023

Marco Gay Digital Magics 2

L’intelligenza artificiale è già qui e sempre di più entrerà nelle nostre aziende. Non dobbiamo temerla, ma cogliere ogni opportunità che ci potrà offrire per migliorare produttività e competitività, nonché per creare lavori di qualità ai nostri giovani”. Lo ha affermato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform, nel corso dell’evento “#IArevolution: l’intelligenza artificiale per un’impresa più competitiva e sostenibile”, a Milano. L’incontro sulla tecnologia più promettente e dibattuta del momento è stata anche l’occasione per presentare il white paper “L’Ia in azione” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO) realizzato dal gruppo di lavoro Intelligenza artificiale di Anitec-Assinform coordinato da Roberto Saracco (Reply).

Che cosa serve per cogliere le opportunità aperte da questa tecnologia? Competenze, risorse per la ricerca e sviluppo e l’implementazione in industria 4.0, e regole snelle che favoriscano l’innovazione, ha detto Gay. “L’Ia riguarda tutti: imprese, Pa, cittadini. Per questo, l’Italia deve avere una strategia pubblico-privato che si basi su tre pilastri fondamentali“, ha affermato il presidente dell’Associazione parte di Confindustria: “Competenze e conoscenza, a partire dalla rapida messa in operatività del Centro nazionale per l’Ia di Torino ma senza lasciare indietro Pa, scuola, università; risorse significative da destinare a R&S&I e Industria 4.0; e un quadro di regole semplici e pro innovazione”.

L’Ia in azione: mercato raddoppiato in tre anni

Le stime presentate nel white paper evidenziano una crescente importanza del mercato delle soluzioni di intelligenza artificiale in Italia. Secondo il Rapporto “Il digitale in Italia 2023 vol.1”, il mercato italiano dell’Ia ha raggiunto 435 milioni di euro nel 2022, con una crescita del 32% rispetto al 2021. Per il 2023, si prospetta un valore di 570 milioni di euro, con una crescita stimata del 31% sull’anno precedente. Tra il 2020 e il 2023, il mercato ha più raddoppiato il suo valore, registrando un aumento del 128%. Nei prossimi anni, il mercato dell’Ia è previsto proseguire su questa traiettoria di crescita, con un tasso di crescita annuo medio del 28,9% fino al 2026, raggiungendo un volume di 1,2 miliardi di euro.

Le implementazioni: banking, telco e media in vetta

Nonostante la notevole crescita, il mercato italiano dell’Ia presenta ancora un volume complessivo limitato. La diffusione dell’Ia tra le aziende italiane, in particolare nel segmento delle pmi, è ancora ridotta: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle aziende italiane con almeno 10 addetti ha integrato soluzioni basate sull’Ia, con una netta prevalenza delle grandi (24,3%), mentre la percentuale scende al 5,4% per le piccole imprese tra 10 e 49 addetti.

Banking, telecomunicazioni e media sono i settori economici che guidano la sperimentazione dell’Ia, con entrambi i settori che evidenziano un volume di mercato oltre gli 80 milioni di euro e un tasso di crescita superiore al 30%. Altri settori, come la sanità, la manifattura e le assicurazioni, mostrano tassi di crescita significativi, con volumi di mercato che oscillano tra i 30 e i 50 milioni di euro.

Oltre ai dati, il white paper “L’Ia in azione” offre una panoramica completa dell’ecosistema dell’Ia. Il documento è diviso in quattro parti: si parte dall’evoluzione del contesto tecnologico, indicando strumenti e tecnologie per raccogliere valorizzare i dati; e, passando per l’approfondimento sul mercato dell’Ia italiano, si completa con use cases e scenari di applicazione sui verticali.

I trend di investimento

All’interno del white paper, l’indagine svolta da NetConsulting permette di avere un quadro chiaro sulle previsioni di investimento in Ia nel 2023 e sulla distribuzione degli investimenti per diverse tipologie. Per quanto riguarda le previsioni, è stato chiesto a un campione di aziende provenienti da vari settori se intendono avviare investimenti in Ia nel 2023; per la distribuzione per tipologie si sono considerate le varie tecnologie del perimetro dell’Ia (Intelligent data processing, Natural language processing, Recommendation systems, Computer vision / Data visualization, Chatbot / Assistenti virtuali, Robotic process automation/ Intelligent automation) utilizzate da parte delle aziende che già hanno adottato soluzioni di Ia.

Due terzi delle aziende del Finance intervistate e il 60% di quelle dei servizi prevedono investimenti in Ia, più caute invece le aziende dell’industria (45,5%) e di grande distribuzione e retail (44,4%).

Per quanto riguarda le singole tecnologie Ia, tra il 2022 e il 2023 si osserva un incremento soprattutto in Intelligent data processing, Natural language processing e Chatbot. L’Rpa (Robotic process automation) è il principale tipo di soluzione nell’industria, nel finance, in grande distribuzione e retail e Energy. I servizi, invece, utilizzano maggiormente Chatbot e assistenti virtuali (vista l’importanza dell’interazione con il cliente).

Complessivamente tra il 2022 e il 2023 crescerà in modo significativo l’uptake di soluzioni di Ia in azienda, sia per numero di aziende che per intensità di utilizzo: la quota di aziende che indicano un utilizzo importante dell’Ia in molti processi passerà dal 4% al 14%, così come la quota di aziende che non utilizzano l’Ia o la utilizzano in minima parte, diminuirà sensibilmente.

L’ecosistema: le start-up

L’analisi di Anitec-Assinform non si concentra solo sugli aspetti tecnologici e di mercato dell’intelligenza artificiale, ma anche sulla sua integrazione e sull’impatto nel tessuto imprenditoriale italiano. L’Ia ha la capacità di influenzare ogni settore e fase del business.

La lacuna nell’adozione può essere attribuita a una serie di fattori, tra cui: la mancanza di consapevolezza delle potenzialità dell’Ia; la percezione che sia una tecnologia troppo complessa o inaccessibile; una formazione accademica spesso troppo teorica e poco orientata alle esigenze concrete delle imprese. Tuttavia, è rilevante sottolineare come l’ecosistema delle start-up italiane stia dimostrando un crescente interesse e capacità nello sviluppo di soluzioni innovative basate sull’Ia.

L’approccio strategico: etica, sicurezza e norme light

Infine, il documento pone l’accento sulla necessità di un approccio strategico all’adozione dell’Ia, sottolineando l’importanza della formazione – sia tecnica che manageriale – e della regolamentazione. L’Europa, e in particolare l’Italia, sono chiamate a giocare un ruolo chiave, garantendo un quadro normativo equilibrato che favorisca l’innovazione senza trascurare le questioni etiche e di sicurezza.

“L’intelligenza artificiale sta innovando tutti i settori e può garantire la competitività delle imprese italiane nel prossimo futuro. Oggi dobbiamo però far sì che la sua adozione diffusa diventi un obiettivo chiave per l’Italia”, ha affermato Gay. “Con il nostro white paper abbiamo voluto fornire un quadro delle applicazioni e degli sviluppi di questo abilitatore digitale, ma è necessario che si definisca una strategia forte per far sì che idee e potenzialità si trasformino in investimenti. Sviluppo del capitale di conoscenza e competenze digitali, risorse e strumenti di sostegno all’innovazione, regole semplici ed equilibrate: sono questi i principali ingredienti per far sì che l’Italia benefici al massimo dell’utilizzo di questa tecnologia”.

Il Centro nazionale sull’Ia di Torino e l’Ai Act

Gay ha sottolineato che l’avvio del Centro nazionale sull’Ia di Torino annunciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso è “un tassello chiave in questa strategia, per accompagnare le imprese lungo i due binari delle trasformazioni digitale sostenibile”. Anche l’Ai Act europeo “avrà un ruolo chiave per indirizzare gli investimenti in questo settore: dobbiamo creare un ambiente in cui l’innovazione possa prosperare senza trascurare le questioni etiche e di sicurezza”.

Anitec-Assinform, ha concluso Gay, ha “attivato da tempo molte iniziative per sensibilizzare le imprese sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, ad esempio insieme alla Piccola di Confindustria stiamo realizzando un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane. Siamo pronti a lavorare con le istituzioni per accompagnare questa trasformazione e per garantire un futuro migliore per le nostre imprese e il nostro Paese”.

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