LO STUDIO

Intelligenza artificiale, paradosso Europa: il 40% delle startup dell’AI non si occupa di AI

Lo svela una ricerca Mmc Ventures secondo cui l’uso del “label” conviene perché consente di attrarre tra il 15% e il 50% di investimenti in più rispetto ad altri settori del digitale. Nel Vecchio Continente Ue le imprese che realmente operano nel machine learning sono 1.600, un terzo delle quali si trova in Uk

Pubblicato il 07 Mar 2019

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Quasi la metà delle startup europee dell’AI non ha niente a che vedere con l’intelligenza artificiale. Lo afferma una ricerca della società londinese di venture capital MmcVentures.

Secondo lo studio, realizzato con la sponsorizzazione di Barclays, nel 40% delle 2.830 startup dell’AI in Europa non c’è alcuna prova che l’intelligenza artificiale sia una parte rilevante nei prodotti offerti. Le conclusioni di Mmc Ventures sembrano suggerire che l’AI si presti in molti casi a fornire un’etichetta con cui le imprese innovative attraggono più facilmente attenzione e investimenti: le startup dell’AI ricevono fra il 15% e il 50% più finanziamenti delle startup non collegate al settore dell’intelligenza artificiale e del machine learning.

La definizione di “startup dell’AI” è quindi corretta, secondo Mmc, solo per 1.600 startup europee. Negli altri casi, però, non è detto che sia la startup stessa a proporre una definizione ingannevole: spesso sono siti terzi di analytics a classificarle in modo erroneo e, poiché “l’etichetta” dell’AI è conveniente, le startup non si preoccupano di correggere l’eventuale inesattezza.

Delle 1.600 startup indicate da Mmc come “veramente” impegnate nel settore dell’AI, quasi 500 ha sede nel Regno Unito, vero motore dell’impresa innovativa europea: l’Inghilterra ha quasi il doppio delle startup dell’intelligenza artificiale di qualunque altro paese Ue. Ma la Brexit determinerà un cambiamento profondo e gli hub di Francia e Germania sono destinati a svolgere ruoli sempre più importanti e a crescere velocemente. Anche l’Italia, con 66 startup dell’intelligenza artificiale, è considerato un polo promettente.

Nove startup AI su 10 si dedicano ad applicazioni verticali. La maggior parte lavora su applicazioni ormai consolidate come le chatbot (26% dei casi) e gli strumenti di automazione dei processi (21%). I settori su cui si focalizza la maggior parte delle imprese dell’AI europee sono la salute e la finanza, ma risultano ben coperti anche i mercati del retail e dei media e intrattenimento; minoritaria la quota di startup AI per i segmenti manifattura e agricoltura. Un quarto delle startup si rivolge al segmento consumer.

Gli investitori prediligono le imprese innovative che forniscono tecnologie core: rappresentano solo un decimo delle startup AI europee ma attraggono un quinto del venture capital totale, afferma lo studio.

L’intelligenza artificiale è un’industria in rapida crescita sia per il numero di imprese innovative che offrono prodotti sul mercato che di aziende che adottano tali prodotti. Una startup europea ogni 12 in Europa ha inserito l’AI in tutta o parte le propria offerta di prodotti e servizi, contro una su 50 nel 2013.  Inoltre circa il 12% delle grandi aziende europee usa oggi le applicazioni AI nelle proprie attività, contro appena il 4% un anno fa.

Perché l’ecosistema europeo delle startup AI faccia il salto di qualità occorrerà tuttavia superare tre grandi sfide: reperire talenti, disporre di dati e mettere a punto tecnologie pronte per la produzione e il mercato.

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