GLI OSTACOLI SUL CAMMINO

Intelligenza artificiale, per il 50% delle aziende italiane infrastrutture inadeguate



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È quanto emerge da un’indagine di Cloudera secondo cui solo il 19% delle imprese ha adottato architetture di data lakehouse. Un dato preoccupante che rischia di frenare l’adozione della tecnologia. Non solo: il 53% è preoccupato per la sicurezza e l’affidabilità dei dati, il 45% per i crescenti costi di gestione dei dati e il 44% per i problemi di conformità e governance

Pubblicato il 25 ott 2024



intelligenza artificiale

In Italia si fa sempre più diffusa l’adozione dell’AI: il 98% delle grandi imprese è già a bordo, ben oltre il tasso di adozione globale dell’88%. Questo entusiasmo è alimentato dal desiderio di aumentare l’efficienza operativa (al primo posto tra i motivi di adozione dell’AI) e di migliorare il processo decisionale (al secondo posto).

Tuttavia, l’entusiasmo delle imprese verso l’AI è mitigato da ostacoli significativi nell’infrastruttura e nella cultura dei dati. Solo il 19% delle aziende italiane, infatti, ha adottato architetture di data lakehouse, nonostante i potenziali vantaggi come il miglioramento dell’efficienza operativa (citato dal 25% di coloro che utilizzano i data lakehouse) e l’accesso ai dati non strutturati (21%). Questo basso tasso di adozione è preoccupante se si considera che il 50% delle aziende cita la mancanza di un’adeguata infrastruttura di dati come ostacolo principale a un’ulteriore adozione dell’AI. Inoltre, il 53% è preoccupato per la sicurezza e l’affidabilità dei dati, il 45% per i crescenti costi di gestione dei dati e il 44% per i problemi di conformità e governance.

Sono le evidenze che emergono dall’indagine The State of Enterprise AI and Modern Data Architecture di Cloudera. Basato su un sondaggio condotto su 600 leader IT negli Stati Uniti, in Emea e Apac, il rapporto ha analizzato le sfide e le barriere esistenti per l’adozione dell’AI nelle aziende globali e le applicazioni attuali. Ha inoltre preso in esame i piani per l’adozione dell’AI, lo stato delle infrastrutture di dati e i vantaggi di una gestione ibrida dei dati in relazione all’adozione dell’AI nelle aziende. L’indagine ha rivelato che, sebbene la maggior parte delle aziende stia adottando l’AI in qualche misura (88%), molte di esse non dispongono ancora dell’infrastruttura dati e delle competenze interne necessarie per trarne realmente vantaggio.

L’ostacolo principale: la fiducia nei dati

Le preoccupazioni sono il riflesso di una sfida più ampia e profonda per le aziende, che coinvolge la cultura del dato nel complesso, con l’ostacolo principale rappresentato dalla fiducia nei dati. Mentre il 97% delle organizzazioni italiane esprime un certo livello di fiducia nei propri dati, solo il 22% “si fida molto” dei dati utilizzati per prendere decisioni. Questa mancanza di fiducia profonda deriva da problemi legati a una scarsa governance dei dati (citata dal 45% degli intervistati), a silos di dati (nel 35% dei casi) e alla complessità della gestione dei dati tra le varie piattaforme (39%). Ad amplificare ulteriormente queste preoccupazioni sono i problemi legati alla ridondanza dei dati (36%), al sovraccarico dei dati (36%) e all’incapacità di governare efficacemente i dati tra le varie piattaforme (39%).

IT, marketing e customer care in prima linea in Italia

Nonostante queste sfide, le aziende italiane stanno facendo dei passi in avanti nella giusta direzione. Innanzitutto, l’indagine rileva un impegno a coltivare i talenti dell’AI attraverso programmi di formazione interni (53%), assunzioni strategiche (51%) e team interfunzionali di AI (47%). Inoltre, riconoscono il valore delle architetture di dati ibride: il 53% cita come vantaggi principali una migliore gestione dei dati, il 48% la sicurezza dei dati e il 47% una migliore analisi dei dati.

In generale, sebbene solo il 36% degli intervistati dichiari di utilizzare attualmente l’AI in modo estensivo all’interno della propria organizzazione, in Italia la sua adozione è già diffusa in diversi reparti, con l’88% che utilizza l’AI nell’IT, il 51% nel marketing e il 43% nel servizio clienti. Questa adozione sta portando benefici tangibili alle aziende italiane, tra cui un miglioramento del processo decisionale (citato dal 57% degli intervistati), una maggiore efficienza operativa (56%) e una migliore esperienza dei clienti (50%). Questi risultati sono stati ottenuti principalmente attraverso l’uso dell’AI per applicazioni specifiche come l’automazione dell’assistenza clienti (57%), le raccomandazioni personalizzate (54%) e i chatbot (53%).

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