Lo scenario

Intelligenza artificiale, per le big tech parte la corsa al nucleare



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Le aziende cercano soluzioni alternative per alimentare i data center. Google si allea con Kairos per mettere in funzione il primo piccolo reattore modulare entro il 2030. Per Microsoft accordo con Constellation Energy: si punta a riavviare la centrale di Three Mile Island in Pennsylvania. E Amazon sigla tre accordi per gli “small modular reactors”

Pubblicato il 15 ott 2024



AI, intelligenza artificiale

Google ha firmato il primo accordo aziendale al mondo per l’acquisto di energia nucleare prodotta da più reattori, modulari e di piccole dimensioni, per soddisfare la domanda di elettricità necessaria ad alimentare i sistemi di intelligenza artificiale.

Il piano fino al 2025

Il deal tra l’azienda tecnologica e Kairos Power ha dato vita a una collaborazione che ha l’obiettivo di mettere in funzione entro il 2030 il primo reattore, a cui faranno seguito altri impianti da realizzare fino al 2035.

Le società non hanno rivelato i dettagli finanziari dell’accordo, né dove saranno costruiti gli impianti negli Stati Uniti. Google ha dichiarato di aver concordato l’acquisto di un totale di 500 megawatt di energia da sei o sette reattori, una quantità inferiore alla produzione degli attuali reattori nucleari.

“Riteniamo che il nucleare possa svolgere un ruolo importante nel soddisfare la nostra domanda… in modo pulito e più continuo”, ha dichiarato Michael Terrell, direttore senior per l’energia e il clima di Google, durante una teleconferenza con i giornalisti di settore.

Secondo le stime di Goldman Sachs, l’utilizzo di energia elettrica da parte dei data center statunitensi dovrebbe triplicare tra il 2023 e il 2030 e richiederà circa 47 gigawatt di nuova capacità di generazione, ipotizzando che il gas naturale, l’energia eolica e quella solare possano colmare il divario.

La corsa al nucleare delle big tech

Non stupisce dunque che quest’anno le aziende tecnologiche abbiano firmato diversi accordi con le società di energia nucleare per far fronte all’aumento di consumi determinato dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

A marzo, per esempio, Amazon ha acquistato un data center alimentato a energia nucleare presso Talen Energy. Il mese scorso, Microsoft e Constellation Energy hanno firmato un accordo attraverso il quale lavoreranno alla rimessa in funzione di un’unità dell’impianto di Three Mile Island in Pennsylvania, il luogo del più grave incidente nucleare degli Stati Uniti, avvenuto nel 1979. Constellation prevede di spendere circa 1,6 miliardi di dollari per rilanciare la struttura, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2028. La mossa ha contribuito a far crescere le azioni di Constellation, che nell’ultimo anno hanno registrato un aumento di oltre il 100%.

La collaborazione tra Google e Kairos

Anche la collaborazione tra Google e Kairos è, di fatto, un work in progress: alla fine del 2023 Kairos ha ottenuto dalla Nuclear Regulatory Commission (Nrc) il permesso di costruire un reattore dimostrativo in Tennessee. “La Nrc è pronta a esaminare in modo efficiente e appropriato le richieste di nuovi reattori”, ha dichiarato Scott Burnell, portavoce della commissione.

I reattori modulari di piccole dimensioni sono destinati a essere più piccoli dei reattori attuali, con componenti realizzati in fabbrica, invece che in loco, per ridurre i costi di costruzione.

Secondo i critici dell’approccio, i reattori di questo tipo potrebbero però generare costi superiori alle attese perché non in grado di raggiungere l’economia di scala degli impianti più grandi. Inoltre, probabilmente produrranno scorie nucleari di lunga durata per le quali il Paese non ha ancora un deposito definitivo.

Google ha dichiarato che impegnandosi con Kairos in un vero e proprio portafoglio ordini, invece di acquistare un reattore alla volta, sta inviando un segnale preciso al mercato, sostenendo un investimento a lungo termine per accelerare lo sviluppo dei reattori.

“Siamo fiduciosi che questo nuovo approccio migliorerà le prospettive di consegna dei nostri progetti nel rispetto dei costi e delle scadenze”, ha dichiarato Mike Laufer, ceo e co-fondatore di Kairos.

Amazon pensa agli “small modular reactors”

La nuova corsa al nucleare coinvolge intanto anche Amazon, che ha siglato tre accordi per lo sviluppo degli “small modular reactors”, con l’obiettivo di fare fronte alla crescente domanda di energia che arriva dal settore dei data center. Il primo passo, secondo quanto annunciato dall’azienda, sarà uno studio di fattibilità nei pressi di un sito della Northwest Energy, nello stato di Washington, la cui realizzazione è stata affidata a X-Energy.

I finanziamenti del Governo Usa

Una particolare attenzione al settore delle tecnologie di nuova generazione per l’energia nucleare viene anche dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, che ha recentemente annunciato uno stanziamento da 900 milioni di dollari destinato al comparto.

In quest’ottica il DoE ha aperto le domande per i finanziamenti a supporto della realizzazione di piccoli reattori modulari di terza generazione. “Rivitalizzare il settore nucleare americano è fondamentale per immettere più energia priva di emissioni di carbonio nella rete e soddisfare le esigenze della nostra economia in crescita – spiega Jennifer Granholm, segretaria all’energia – dall’intelligenza artificiale e dai data center alla produzione e all’assistenza sanitaria”.

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