Dopo Stati Uniti, Francia e Inghilterra, finalmente anche l’Italia ha deciso di scendere in campo per l’Intelligenza Artificiale. La creazione di un gruppo di esperti che supporterà il governo nella realizzazione della strategia nazionale è senza dubbio un importante passo avanti che dimostra non solo la rilevanza del tema ma anche la consapevolezza raggiunta.
Le persone coinvolte in questo tavolo di lavoro in realtà non sono tutti esperti in AI, solo una piccola percentuale ha davvero competenze sull’argomento. Si tratta infatti per lo più di esperti su temi giuridici, etici e di impatto sul lavoro scelti perché potevano avere voce in capitolo. Una selezione che comunque condivido perché, come anche l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale ha da tempo caldeggiato, è necessario un approccio multidisciplinare se si vogliono affrontare i problemi, minimizzare i rischi di impatti negativi e incentivare i ritorni sul benessere dei cittadini che questa rivoluzione può portare.
Un approccio di cui l’Italia ha fortemente bisogno come dimostra anche lo stato dell’arte dell’AI. Pur avendo una ricerca di base sull’intelligenza artificiale di eccellenza, l’industria italiana è in ritardo. Gli studi rivelano infatti che, a fronte di investimenti minori rispetto ad altri Paesi europei, i nostri ricercatori sono terzi al mondo per numero di articoli pubblicati per ricercatore e per citazioni degli stessi, ma non solo. Sono anche ampiamente premiati con riconoscimenti internazionali e rivestono ruoli significativi nella comunità mondiale. Se andiamo però a vedere il mondo industriale troviamo una situazione più stagnante. Oggi poche aziende stanno effettivamente investendo in tecnologia AI, anche se la tendenza dichiarata sembra invertirsi nei prossimi anni. Da qui l’evidente e non più rimandabile necessità di creare una maggiore sinergia per lo sviluppo e la crescita del Sistema Paese.
Un obiettivo che l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) si è posta sin dall’inizio. Fondata nel 1988 per promuovere la ricerca e la diffusione delle tecniche proprie dell’AI, l’associazione, senza fini di lucro, mira proprio a creare un tessuto connettivo volto a trasferire la ricerca di base e applicativa in questo ambito alle imprese. Una mission ambiziosa che ha però bisogno della collaborazione di tutti.
A tal fine è nato recentemente il Laboratorio nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti del Cini che aggrega i vari laboratori di ricerca presenti sul territorio per fare sinergia su progetti specifici. Occorrerebbero però anche un piano specifico che preveda maggiore cultura e investimenti per la scuola e l’industria, e una più estesa collaborazione europea.
Oltre a dare il proprio contributo, l’Italia dovrebbe infatti consolidare la propria presenza nelle associazioni europee che si stanno formando. Ad oggi si sta puntando principalmente al Claire (Confederation of Laboratories for Artificial Intelligence Research in Europe), un network di ricercatori, laboratori ed associazioni scientifiche con obiettivi specifici. Investire sulla ricerca di base, puntando sull’integrazione dei diversi paradigmi dell’AI; costituire un’infrastruttura Europea a sostegno di una rete di laboratori che supportino lo sviluppo di ricerca industriale anche nelle Pmi ed infine promuovere lo studio interdisciplinare degli impatti sociali, economici e ambientali in modo da esaltare i benefici ed evitare effetti distopici.
Solo così si potrà creare un ponte fra la ricerca e le aziende che permetta alle imprese di avviare un processo di alfabetizzazione sull’AI per comprenderne reali potenzialità e limiti, e alla ricerca di aprirsi ai problemi industriali e supportarne effettivamente la soluzione.
Un primo passo in tal senso è l’AI Forum, il primo evento accademico interamente dedicato all’Artificial Intelligence organizzato dall’AIxIA per costruire un collegamento forte e vincente tra ricerca e industria in Italia. L’appuntamento è per venerdì 12 aprile presso il Palazzo Mezzanotte a Milano.
Concludo citando la PA che, dovendo semplificare i propri processi e fornire nuovi servizi ai cittadini e alle imprese, sarà uno dei principali attori a beneficiare degli sviluppi dell’AI. Purtroppo però, come nel settore industriale, anche qui mancano la cultura, le risorse e quell’importantissimo ponte con il mondo della ricerca. Fortunatamente alcuni risultati positivi ci sono comunque, bisogna continuare su quella strada.