I leader delle nazioni del Gruppo dei Sette, riuniti nei giorni scorsi a Hiroshima in Giappone, sostengono all’unisono lo sviluppo e l’adozione di standard tecnici per mantenere l’intelligenza artificiale “affidabile”, preoccupati del fatto che la governance della tecnologia non abbia tenuto il passo con la sua crescita. I Sette hanno riconosciuto che gli approcci per raggiungere “la visione comune e l’obiettivo di una AI affidabile possono variare“, hanno affermato, e che le regole per le tecnologie digitali come l’AI dovrebbero essere “in linea con la nostra condivisione valori democratici”.
Il vertice, da cui è scaturito un documento congiunto, ha fatto seguito alla riunione dei ministri del digitale del G7 del mese scorso, in cui i Paesi – Stati Uniti, Giappone, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia e Canada – avevano dichiarato di dover adottare una regolamentazione dell’AI “basata sul rischio”.
Le perplessità e gli obiettivi dei leader del G7
L’accordo è arrivato anche sull’onda dell’iniziativa dell’Unione Europea, che partecipa al G7 e che è sempre più vicina all’approvazione di una legislazione per regolamentare la tecnologia, potenzialmente il primo framework internazionale sull’AI al mondo, ovvero un importante precedente per le economie avanzate. “Vogliamo che i sistemi di intelligenza artificiale siano accurati, affidabili, sicuri e non discriminatori, indipendentemente dalla loro origine”, ha ribadito la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
“Abbiamo parlato di intelligenza artificiale, che è un tema legato alla democrazia”, ha commentato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa che ha concluso la sua partecipazione al summit del G7 di Hiroshima. “Il progresso sta correndo più velocemente di noi e rischiamo una società in cui questo sostituirà le capacità umane”, ha precisato la premier.
I leader del G7 hanno affermato di “aver bisogno di fare immediatamente il punto sulle opportunità e sulle sfide dell’AI generativa“. La crescita esponenziale negli ultimi mesi delle soluzioni basate su questa tecnologia, del resto, ha spinto un gruppo di esperti, tra cui anche Elon Musk, a lanciare un allarme chiedendo una pausa di sei mesi nello sviluppo di sistemi più potenti, citando potenziali rischi per la società. Finora gli Stati Uniti hanno adottato un approccio cauto sul governo dell’AI: la scorsa settimana Sam Altman, ceo di OpenAI (alle cui spalle c’è Microsoft), ha dichiarato a un panel del Senato di Washington che si dovrebbero prendere in considerazione i requisiti di licenza e test per lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale. Il Giappone, presidente del G7 di quest’anno, si è impegnato a sostenere l’adozione pubblica e industriale dell’AI monitorandone i rischi. “È importante affrontare adeguatamente sia le opportunità che i rischi”, ha detto il primo ministro Fumio Kishida.
Via al nuovo gruppo di lavoro internazionale sull’AI
Sarà dunque istituito un gruppo di lavoro per analizzare questioni che vanno dal copyright alla disinformazione, si legge nel comunicato finale del summit giapponese. “Riconosciamo la necessità di fare immediatamente il punto sulle opportunità e le sfide dell’AI generativa, sempre più presente in tutti i Paesi e settori”, si legge nel documento. “Incarichiamo i ministri competenti di istituire il processo di Hiroshima sull’AI, attraverso un gruppo di lavoro del G7, in modo inclusivo per discutere sull’AI generativa entro la fine di quest’anno”, prosegue la nota. “Queste discussioni potrebbero includere temi come la governance, la salvaguardia dei diritti di proprietà intellettuale, compresi i diritti d’autore, la promozione della trasparenza, la risposta alla manipolazione dell’informazione straniera, compresa la disinformazione, e l’utilizzo responsabile di queste tecnologie”. Il nuovo gruppo di lavoro sarà organizzato in collaborazione con i Paesi Ocse e la Global Partnership on Artificial Intelligence (Gpai).