L’Europa non riesce a colmare il suo divario tecnologico rispetto alle altre grandi economie e ai suoi stessi obiettivi. Uno dei settori in cui l’Ue non è al passo è quello dei Big data e dell’’intelligenza artificiale ed è per questo che da Bruxelles è in arrivo un “Data Act”: lo proporrà la Commissione europea entro la fine dell’anno. Lo ha annunciato Kilian Gross, capo dell’Unità di sviluppo e coordinamento delle politiche di Intelligenza artificiale della Direzione generale per le reti di comunicazione (Dg Connect) della Commissione Ue.
“Quest’anno proporremo un ‘Data act’, un atto legislativo sui dati che andrà a completare il quadro normativo”, ha detto Gross in audizione presso la Commissione speciale sull’i5Gntelligenza artificiale (Aida) del Parlamento europeo.
Nel campo dell’intelligenza artificiale e dei dati, il target dell’Europa è di avere “almeno 20 milioni di specialisti delle tecnologie informatiche entro il 2030”, ma adesso “ne abbiamo quasi 8 milioni”, ha sottolineato Gross.
Competenze, 5G, quantum computing: l’Ue deve correre
“Vogliamo conferire competenze digitali almeno all’80% della popolazione a livello di base, adesso siamo al 56%. Vogliamo la rete 5G in tutte le aree popolate, mentre adesso copriamo il 59%. Poi vogliamo computer quantistici, che saranno pronti dal 2025, e adesso in Europa non ne abbiamo neanche uno“, ha proseguito Gross.
“I dati sono essenziali per l’intelligenza artificiale, perché in effetti abbiamo bisogno di tanti ingredienti per arrivare in Europa ad avere uno sviluppo e un assorbimento positivo dell’Ai: dati, computer, quindi infrastrutture, e poi le competenze. Sono proprio queste le tre cose di cui abbiamo bisogno per trasformare l’Europa in un hub punta di diamante per l’Ai”.
Proprio oggi Usa e Ue hanno tenuto la riunione inaugurale del Trade and Technology Council (Ttc) focalizzando l’attenzione su chip e intelligenza artificiale per contrastare il dominio della Cina sul fronte tecnologico.
Il Data Act assicurerà “equità” tra gli stakeholder
Il Data Act arriverà a inizio dicembre, ha annunciato Gross, e tratterà la questione dell’equità. La Commissione europea si preoccupa di garantire, con questo ulteriore atto, che il valore dei dati sia distribuito equamente tra i diversi attori della filiera del valore. Questo vale soprattutto per il contesto business to business, ma ci vorrà un accesso equo e trasparente anche per la relazione tra aziende e governi.
Entro il 2030 “vorremmo che il 75% delle aziende usasse cloud, intelligenza artificiale e big data. Per il momento siamo al 25%, quindi dobbiamo fare ancora molto lavoro. Vorremmo poi che tutti i servizi pubblici essenziali fossero online, e adesso siamo al 70%. Vogliamo poi che l’80% dei nostri cittadini utilizzi identità digitali”, ha concluso Gross.
La strategia Ai della Commissione europea
La Commissione europea ha adottato ad aprile la proposta di strategia sull’intelligenza artificiale, “il nostro primo quadro legale” sull’Ai, come ha sottolineato la vice presidente esecutiva Margrethe Vestager nel suo speech di presentazione.
“L’intelligenza artificiale è una fantastica opportunità per l’Europa. E i cittadini meritano tecnologie di cui possono fidarsi”, ha twittato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. “Oggi presentiamo nuove regole per un’Ai affidabile. Stabiliscono standard elevati in base ai diversi livelli di rischio. Presentiamo anche un piano coordinato per delineare le riforme e gli investimenti di cui abbiamo bisogno per garantire la nostra posizione di leader in Ai, a livello mondiale quasi 150 miliardi di euro di investimenti digitali – il 20% del budget – Next Generation Eu contribuirà a rafforzare l’eccellenza nell’Ai dell’Unione europea”.
Il trust è il primo pilastro dell’approccio europeo all’intelligenza artificiale, ha sottolineato da Vestager: “Il nostro obiettivo è fare dell’Europa la leader globale nello sviluppo di un’intelligenza artificiale sicura, affidabile e centrata sull’essere umano”.