IL FORUM DAVOS

Intelligenza artificiale, Wef: “Più efficienza della produzione nelle economie ad alto reddito”

Lo scenario delineato nel Chief Economists Outlook 2024. Impatto positivo anche sul fronte della spinta all’innovazione. Accenture stima 2 milioni di nuovi posti di lavoro grazie all’AI generativa. Da un’indagine di Capgemini emergono benefici sul fronte della customer experience per i consumatori italiani

Pubblicato il 15 Gen 2024

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I rapidi progressi nel campo dell’intelligenza artificiale rappresentano uno dei fattori di cambiamento potenzialmente più profondi per l’attività economica globale, con un effetto specifico sulla produttività. Lo afferma il Chief Economists Outlook 2024 del World Economic Forum , secondo cui è però attesa una divergenza tra i diversi gruppi di reddito, con il 79% che si aspetta un aumento dell’efficienza della produzione nelle economie ad alto reddito, rispetto al 38% delle economie a basso reddito.

L’indagine rivela che anche le tempistiche con cui si prevede che gli aumenti di produttività legati all’AI diventino tangibili sono molto diverse: i principali economisti sono quasi unanimi (94%) nel prevedere che i miglioramenti della produttività diventeranno economicamente significativi nelle economie ad alto reddito entro i prossimi cinque anni, e il 57% prevede che i benefici emergeranno entro i prossimi tre anni. Questo dato è in netto contrasto con le opinioni più conservatrici sulle prospettive delle economie a basso reddito, dove solo una leggera maggioranza (53%) prevede che i benefici saranno visibili entro i prossimi cinque anni e un altro 47% afferma che ci vorranno più di cinque anni.

Nessun intervistato ha affermato che i vantaggi in termini di produttività non si concretizzeranno mai, a testimonianza dell’aspettativa che l’AI avrà un impatto duraturo e di vasta portata sull’economia globale. Una stima suggerisce che l’AI generativa da sola potrebbe incrementare la crescita della produttività globale di 1,5 punti percentuali all’anno e aumentare il Pil mondiale del 7% su un orizzonte di 10 anni. Secondo gli scenari più ottimistici, una diffusione capillare dell’AI potrebbe consentire un aumento della produzione globale fino al 30% entro la fine del secolo.

Adozione dell’AI ancora limitata

Nonostante una moltitudine di casi d’uso – dall’agricoltura di precisione all’industria automobilistica e alla logistica – il l Chief Economists Outlook 2024 evidenzia come l’adozione dell’AI sia rimasta limitata in termini di scala dal boom del deep learning degli anni 2010. Il lancio di modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) e di strumenti di AI generativa, come ChatGpt e Bard, alla fine del 2022 ha introdotto possibilità drasticamente nuove, aprendo la tecnologia al grande pubblico.

Nell’edizione di maggio 2023 del Chief Economists Outlook, l’AI generativa era già indicata come un importante cambiamento tecnologico che poneva sfide strutturalmente nuove alle aziende e ai responsabili politici, con il 42% degli intervistati che prevedeva che la tecnologia sarebbe diventata commercialmente dirompente entro la fine del 2023. Sebbene questa percentuale sia salita al 50% per il 2024 nell’ultimo sondaggio, i risultati riflettono un’ambiguità generale sulla traiettoria e sulla portata dell’adozione dell’AI generativa da parte delle imprese, con il 37% degli intervistati che rimane incerto e un altro 13% che non è d’accordo.

Pulse of Change di Accenture: AI causa numero 1 di cambiamento

L’imminenza del Forum di Davos è stato l’occasione anche per presentare il Pulse of Change Index 2024 di Accenture. Il nuovo indice annuale classifica sei fattori di cambiamento che interessano le imprese – tecnologia, talento, economia, geopolitica, clima e consumi e società – utilizzando una serie di indicatori aziendali chiave, come la produttività del lavoro e la spesa IT. Quindi confronta questi dati con un sondaggio condotto su 3.400 leader di alto livello su come vedono l’impatto di ciascun fattore sulle loro organizzazioni, nonché sulla loro preparazione a rispondere. L’analisi degli indicatori rivela che la rivoluzione tecnologica è aumentata maggiormente nel 2023, salendo al n. 1 dal n. 6 nel 2022, catapultata dai progressi nell’intelligenza artificiale generativa. Nel sondaggio, i dirigenti di alto livello hanno anche classificato la tecnologia come la causa numero 1 del cambiamento.

Secondo l’analisi degli indicatori, il talento è stata la seconda causa di cambiamento aziendale (comprese questioni quali la carenza di competenze e la mancanza di coinvolgimento dei dipendenti); tuttavia, nel sondaggio, i leader di livello C hanno classificato il talento al quarto posto. Tuttavia, il 42% dei leader di livello C afferma che la carenza di competenze è una delle tre principali sfide che frenerebbero la capacità delle loro organizzazioni di rispondere al cambiamento, sottolineando la È importante per le aziende rendere prioritaria la strategia relativa al talento, soprattutto quando si lavora per sfruttare il potenziale delle nuove tecnologie. L’analisi degli indicatori dell’Indice ha rilevato che nel complesso, tra tutti e sei i fattori, il tasso di cambiamento è aumentato notevolmente dal 2019: 183% negli ultimi quattro anni e 33% solo nell’ultimo anno.

Macchi (Accenture): “Dall’AI impatti positivi sul mercato del lavoro”

Intanto Mauro Macchi, presidente e ad di Accenture Italia, intervenendo sabato a Sky Progress in occasione del lancio della nuova Tech Vision che ogni anno analizza l’evoluzione tecnologica e le principali tendenze che caratterizzeranno il futuro, rivela che “l’introduzione dell’AI Generativa sul mercato del lavoro italiano, nei prossimi anni, avrà numerosi impatti positivi: il primo sarà la creazione di più di 2 milioni di nuovi posti di lavoro per effetto dei nuovi mestieri che nasceranno”.
“Siamo davanti ad un vero e proprio cambio di rotta verso una tecnologia sempre più intuitiva, accessibile e responsabile, in definitiva ‘human by design”, con capacità e comportamenti simili a quelli umani i cui effetti rivoluzioneranno tutti i settori e i servizi offerti – ha chiarito -. Se è vero che l’innovazione deve essere continuamente stimolata e mai soffocata, è altrettanto vero che l’avvento di tecnologie così pervasive richiede un’adeguata regolamentazione per allineare le esigenze di business a quelle delle comunità. L’AI Act della Ue e la Commissioni nazionali vanno nella giusta direzione. Per le aziende e le pubbliche amministrazioni scatta adesso il conto alla rovescia per adeguarsi e dotarsi, nei prossimi 24 mesi, degli strumenti opportuni per un utilizzo responsabile di questa tecnologia”.

Capgemini: benefici sulla customer experience  grazie all’AI

La terza edizione del report annuale sui trend di consumo realizzato dal Capgemini Research Institute, “What Matters to Today’s Consumer”, fa notare nel frattempo che l’AI generativa, sempre più utilizzata dai consumatori durante gli acquisti, può contribuire a migliorare l’efficienza operativa dei retailer, oltre che l’esperienza dei clienti. In particolare, emerge che la consapevolezza dei consumatori riguardo l’AI generativa negli acquisti è aumentata: secondo il report, il 72% dei consumatori è al corrente dei potenziali utilizzi dell’AI generativa nelle esperienze di acquisto e attualmente un quinto dei consumatori l’ha già utilizzata per lo shopping. Tra coloro che hanno utilizzato questa tecnologia, oltre la metà afferma che gli strumenti di AI generativa hanno migliorato notevolmente l’esperienza.

Inoltre  il report evidenzia che l’AI generativa può anche migliorare l’efficienza operativa dei rivenditori: quasi otto organizzazioni del settore retail su dieci affermano che l’uso dell’AI generativa può contribuire a migliorare le operations interne e la gestione degli impianti. Le organizzazioni del settore prevedono di utilizzare l’AI generativa anche nelle funzioni logistiche, come l’ottimizzazione dei tragitti, la gestione delle operation e l’ottimizzazione della supply chain. Questo a sua volta può aiutare i retailer ad adattarsi rapidamente all’evoluzione delle preferenze dei consumatori.

AI generativa sempre più cruciale nel marketing

Un altro report di Capgemini, “Generative AI and the evolving role of marketing: A Cmo’s Playbook” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), evidenzia infine che la metà delle organizzazioni ha già stanziato budget specifici per l’AI generativa nel marketing e che quasi la metà (47%) ha team dedicati all’implementazione della stessa.

In particolare, le organizzazioni che già investono nell’AI generativa per il marketing vi dedicano il 62% del loro budget totale per le tecnologie di marketing, considerando questa tecnologia come un catalizzatore per la creatività e l’innovazione. In Italia la percentuale di budget allocato per questa tecnologia sale al 69%.  Nei prossimi due o tre anni, gli esperti di marketing che già utilizzano l’IA generativa prevedono che sarà applicata al data analytics (90%), all’ottimizzazione dei motori di ricerca (89%), ai servizi ai clienti (89%), alla creazione di contenuti (88%) e alla generazione di immagini e video (86%). Di conseguenza, le funzioni di marketing stanno attivamente istituendo pratiche per utilizzare l’IA generativa in tutti i loro settori.

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