La Cina intende aumentare la potenza di calcolo aggregata del Paese di oltre il 50% entro il 2025. È questo l’obiettivo del Piano stilato da sei ministeri, tra cui quello dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (Miit), che ha fissato il target di 300 Eflops entro il 2025. L’Eflops pari a un quintilione di operazioni in virgola mobile al secondo, misura la velocità di elaborazione di una Cpu.
Il piano si inserisce nel contesto di una competizione crescente tra Pechino e i Paesi occidentali, Stati Uniti in primis, sui settori delle tecnologia d’avanguardia come i chip di nuova generazione, i supercomputer e l’intelligenza artificiale.
Il focus sull’AI
Lo scorso agosto la Cyberspace Administration of China ha dato il via libera ad alcune aziende nazionali per portare avanti i loro progetti nel settore. Di qui la necessità di aumentare la potenza di calcolo del Paese. E sempre ad agosto il Miit ha rivelato che la potenza di calcolo della Cina ha raggiunto 197 Eflops quest’anno, rispetto ai 180 del 2022. Il ministero ha fatto sapere che la Cina si colloca al secondo posto dopo gli Stati Uniti, ma non ha reso nota l’entità della potenza di calcolo statunitense a cui fa riferimento.
Parte fondamentale del piano è la realizzazione di più data center da dislocare in tutto il Paese per facilitare l’accesso delle aziende alla potenza di calcolo. Contestualmente verranno implementate anche le attuali infrastrutture di calcolo, migliorandone efficienza e velocità.
Il piano prevede che la velocità di trasmissione tra le strutture di calcolo critiche non debba consentire una latenza superiore a 5 millisecondi.
La strategia dell’Europa
E anche l’Europa si inserisce nella “guerra” tecnologica a Pechino. Il 3 ottobre la Commissione Ue ha pubblicato la lista delle tecnologie critiche che saranno poste a restrizione nei commerci con la Cina nell’ambito della strategia di de-risking.
La raccomandazione identifica quattro aree tecnologiche che si ritiene con elevata probabilità presentino i rischi più sensibili e immediati legati alla sicurezza tecnologica e alla fuga di tecnologia: tecnologie avanzate dei semiconduttori (microelettronica, fotonica, chip ad alta frequenza, apparecchiature per la produzione di semiconduttori); tecnologie di Intelligenza Artificiale (high performance computing, cloud ed edge computing, analisi dei dati, visione artificiale, elaborazione del linguaggio, riconoscimento di oggetti); tecnologie quantistiche (informatica quantistica, crittografia quantistica, comunicazioni quantistiche, rilevamento quantistico e radar); biotecnologie (tecniche di modificazione genetica, nuove tecniche genomiche, gene-drive, biologia di sintesi).
La Ue raccomanda agli Stati membri, insieme alla Commissione, di condurre inizialmente valutazioni collettive del rischio in queste quattro aree entro la fine di quest’anno. La raccomandazione comprende alcuni principi guida per strutturare le valutazioni collettive del rischio, compresa la consultazione del settore privato e la tutela della riservatezza. Nel decidere in merito alle proposte di ulteriori valutazioni collettive del rischio con gli Stati membri su uno o più dei settori tecnologici aggiuntivi elencati, o su sottoinsiemi di essi, la Commissione terrà conto delle azioni in corso o pianificate per promuovere o collaborare nel settore tecnologico in questione. Più in generale, la Commissione terrà presente che le misure adottate per rafforzare la competitività dell’Ue nei settori pertinenti possono contribuire a ridurre alcuni rischi tecnologici. La Commissione collaborerà con gli Stati membri, attraverso i forum di esperti appropriati, per avviare le valutazioni collettive del rischio per i quattro settori tecnologici sopra menzionati.