La potenza dell’economia digitale è radicata nella capacità di scambiare grandi volumi di dati. Le imprese devono essere in grado di spostare i dati da più fonti a diversi luoghi di elaborazione, mantenendo al contempo il controllo e la sicurezza di tali dati, e in quest’ottica un ruolo primario viene svolto dall‘interconnessione, ovvero lo scambio di traffico diretto e privato tra due o più parti, all’interno di un centro dati di colocazione neutrale. Significa che le aziende si collegano direttamente in rete tra loro, senza ricorrere a un fornitore di rete terzo, e il fatto che la larghezza di banda dell’interconnessione globale stia crescendo a un ritmo doppio rispetto a quello di internet è indice del valore di questo mercato, come emerge dal “Global interconnection index (Gxi) 2024″ realizzato dalla società di infrastrutture digitali Equinix.
L’indice fornisce informazioni sulla crescita e la trasformazione dell’economia digitale globale misurando la crescita delle interconnessioni, prevedendo come le organizzazioni utilizzeranno la larghezza di banda di interconnessione e l’infrastruttura distribuita per modellare e scalare l’economia digitale globale. Ne emerge, per esempio, che Milano e Stoccolma continuano a restare al passo testa a testa e si contendono il secondo posto tra i maggiori consumatori di banda di interconnessione edge.
L’Europa, il Medio Oriente e l’Africa rappresentano il 24% delle previsioni di interconnessione globale e si prevede che la regione crescerà con un Cagr del 33% fino al 2026, raggiungendo 7.901 Tbps. Le imprese dell’industria sono il principale traino (+38%).
Global interconnection index: i trend
A livello globale, la larghezza di banda di interconnessione globale crescerà a un tasso di crescita annuale composto (Cagr) del 34% su cinque anni, raggiungendo 33.578 terabit al secondo (Tbps) entro il 2026, sulla spinta dell’espansione dell’economia digitale. Oggi le organizzazioni si connettono con il 30% in più di partner commerciali in un numero doppio di località, segno che gli ecosistemi digitali crescono.
Inoltre, entro il 2026, i fornitori di servizi consumeranno il 62% della larghezza di banda di interconnessione. I settori aziendali maturi, come quello bancario e assicurativo, quello del commercio all’ingrosso e al dettaglio e quello sanitario e delle scienze della vita, cresceranno più rapidamente, mentre il settore pubblico, di dimensioni più ridotte rispetto ad altri settori rappresentati nel Gxi, è quello che sta crescendo più rapidamente.
Un ulteriore trend è la spinta all’edge impressa dall’esigenza della prossimità digitale: l’infrastruttura edge ha registrato il tasso di crescita più elevato e si prevede che si espanderà a un ritmo due volte superiore a quello del core fino al 2026.
I dati europei: le imprese accelerano
Come visto, l’area Emea rappresenta il 24% delle previsioni di interconnessione globale e la crescita è stimata a un Cagr del 33% fino al 2026. Ma, se da una parte i provider di servizi continuano a rappresentare la maggior parte della larghezza di banda di interconnessione della regione, è anche vero che le imprese del settore industriale stanno accelerando il loro tasso di crescita, con un Cagr del 38%.
I provider di servizi consumeranno il 63% della larghezza fino a raggiungere 4.953 Tbps (Cagr +30%). La crescita più rapida sarà guidata dai servizi cloud e It e dai provider hyperscale. Le imprese, che crescono a un tasso del 38%, si stima raggiungeranno i 2.948 Tbps entro il 2026. Rappresentano il 37% del mix di larghezza di banda di interconnessione della regione e il traino arriva da banche e assicurazioni (+41%), commercio all’ingrosso e al dettaglio, sanità e scienze della vita. Il settore pubblico è più piccolo, ma cresce rapidamente (+39%).
Sull’edge, testa a testa Milano-Stoccolma
Secondo le previsioni, le aree metropolitane core rappresenteranno il 76% del mix di larghezza di banda di interconnessione e quelle edge il restante 24%. Il core cresce a un Cagr del 52%, mentre le principali aree metropolitane edge crescono a un Cagr del 36%. Nonostante molte delle principali località edge abbiano attualmente dimensioni modeste, come Milano, Stoccolma e Dublino, stanno tuttavia crescendo grazie a più capacità core e maggiore accesso al cloud.
Nel core, l’area metropolitana in più rapida crescita nell’area Emea è Parigi, con un Cagr del 32%. Londra continua a essere il principale hub per i servizi finanziari, mentre Francoforte si distingue per la maggiore percentuale di larghezza di banda di interconnessione delle imprese, guidata dal settore manifatturiero.
Nell’edge Dublino è emersa come l’area metropolitana che sta crescendo più rapidamente, con un Cagr previsto del 41%. Madrid continua a detenere il primato della larghezza di banda di interconnessione, grazie alla sua prossimità ai punti di attracco dei cavi sottomarini.
Milano (per la quale sono previsti 226 Tbps nel 2026, con un Cagr del 41%) e Stoccolma (242 Tbps, +40%) continuano a restare al passo testa a testa e si contendono il secondo posto tra i maggiori consumatori di banda di interconnessione edge.
5G, Ai e edge computing, modelli as-a-service
Il Gxi 2024 prevede che, per soddisfare le crescenti esigenze di tecnologie ad alta densità di dati come l’intelligenza artificiale, il 5G e l’edge computing, i decision maker del campo It si stanno sempre più allontanando dagli acquisti a lungo termine di apparecchiature fisiche, come server, router e array di storage, a favore di modelli flessibili basati su abbonamento. Infatti, la previsione di Equinix è che, entro il 2026, l’80% dei nuovi investimenti in infrastrutture digitali aziendali sarà gestito attraverso un modello subscription-based.
Questo passaggio da capex a opex è iniziato con l’adozione del multicloud, ma ora sta diventando la norma per tutte le infrastrutture fino all’edge, offrendo alle aziende una maggiore agilità nell’architettare la propria infrastruttura ovunque, garantendo al contempo l’accesso alle tecnologie più efficienti.
“I modelli del settore hanno dimostrato che il tradizionale processo di approvvigionamento dell’hardware It, se non si tratta della propria attività, sta diventando uno svantaggio competitivo”, ha dichiarato Steve Madden, Vice President of Digital transformation & segmentation di Equinix. “I modelli di abbonamento possono offrire un miglioramento continuo e una più facile adozione delle nuove tecnologie già esistenti”.
“Nell’attuale contesto dinamico, l’accesso in abbonamento a un ecosistema fiorente è l’unico modo in cui le organizzazioni saranno in grado di costruire e scalare un’infrastruttura digitale in grado di sostenere la trasformazione aziendale derivante da AI, edge e altre tecnologie”, dichiara Elias Khnaser, Chief of research di Ek Media group.
“Le collaborazioni e gli scambi commerciali B2B tradizionali si stanno trasformando in ecosistemi e mercati digitali. Ogni settore sta sviluppando le proprie forme di scambio elettronico e le aziende che hanno utilizzato gli ecosistemi per le loro infrastrutture si stanno già abbonando ai servizi, invece di crearne dei propri, componendo dinamicamente le competenze da servizi indipendenti e raggiungendo nuovi livelli di flessibilità”, spiega Emmanuel Becker, Managing director di Equinix Italia. “Sfruttando l’aaS per le funzioni di base, le aziende potranno liberare risorse per concentrarsi sulle competenze e sulle capacità che differenziano il business”.