“Antonello, non sarebbe stato possibile senza il tuo coraggio e la tua guida magistrale in un momento critico. Grazie, Fadi”. Con queste parole Fadi Chehadé, presidente uscente di Icann, ha ringraziato il sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli per l’impegno profuso sul tema della gestione multistakeholder della governance di Internet. “Sono commosso”, ha scritto Giacomelli su Twitter.
Da 1° ottobre il Dipartimento del Commercio ha ceduto il controllo dei Dns (Domain Name System) all’Icann, ente non profit californiano che opera sotto la supervisione della comunità internazionale.
“Penso credo che questo passaggio si fosse reso indispensabile con la raggiunta consapevolezza che Internet appartiene a tutti i cittadini, non solo ai governi o al governo degli Stati Uniti – spiegava all’indomani della decisione degli Usa Giacomelli in un’intervista a CorCom – Durante il Semestre, quando andammo a Washington a spiegare la nostra posizione, anche dentro Icann qualcuno difese la storica primàzia degli Usa sulla Rete: in fondo sono loro ad averla creata, ormai molti decenni fa. Ma proprio per questo è importante oggi che gli stessi Stati Uniti abbiano accettato un nuovo modello di gestione del sistema che regola gli indirizzi Internet”.
In questo passaggio storico per Giacomelli è cruciale il ruolo giocato dall’Europa. “La questione fiscale va risolta, ma la possibile guerra giuridico-commerciale tra Europa e Stati Uniti sugli Over the top rischia di portare Washington a un isolamento che non aiuta nemmeno l’Europa – sottolineava – L’idea di un’Europa delle regole contro gli Usa dell’innovazione non porta da nessuna parte, anzi rischia di essere un boomerang. L’idea di sfidare Google con il motore di ricerca franco-tedesco Quaero si è rivelata un flop. Il futuro è un’alleanza tra Usa ed Europa: in comune abbiamo valori importanti, come la stessa idea della Rete quale spazio di libertà e di opportunità. Anche sulla Net Neutrality come governo italiano abbiamo sempre favorito un approccio vicino a quello adottato dalla americana FCC e spinto per un accordo come quello tra Google e il Garante della Privacy italiano che ora viene visto come una best practice nel resto d’Europa”.