La supervisione di internet non sarà più sotto il controllo degli Stati Uniti: il Dipartimento del Commercio americano alla mezzanotte di oggi cede il controllo dei Dns (Domain Name System) all’Icann, ente non profit californiano che opera sotto la supervisione della comunità internazionale. Dal punto di vista pratico non cambierà nulla per gli utenti finali della rete, come assicura il vice president di Icann, Christopher Mondini.
Ma la mossa ha un importante significato geopolitico: gli Stati Uniti inviano il segnale che la rete non deve essere controllata dai Paesi, in contrasto con la posizione di Russia e Cina, che vogliono invece un modello controllato dai governi.
Negli Usa, tuttavia, quattro stati hanno già fatto causa per impedire il passaggio di consegne, e anche il candidato repubblicano Donald Trump ha espresso preoccupazione e si è detto contrario.
Nelle scorse settimane i Repubblicani del Senato si erano espressi con forza contro il passaggio di consegne di un’importante funzione della Internet governance alla comunità globale: Ted Cruz, ex candidato alla presidenza del Partito Repubblicano e presidente del Senate judiciary committee, aveva accusato l’amministrazione Obama di mettere a repentaglio la libertà online cedendone il controllo agli stakeholder, perché paesi come Cina, Russia e altri regimi “autoritari” avranno maggiori strumenti per ostacolare la libertà di espressione sul web.
Da parte sua, Lawrence Strickling del dipartimento del Commercio, rappresentante dell’amministrazione Obama incaricato di gestire la transizione, aveva respinto le accuse dicendo che il passaggio di consegne è “l’unico modo per garantire che Internet resti politicamente neutrale e fuori dalla sfera di influenza di qualunque governo”.