Una modifica dell'articolo 21 della Costituzione della
Repubblica al fine di far rientrare l'accesso alla Rete quale
diritto fondamentale. E' quanto ha rilanciato Stefano Rodotà,
costituzionalista ed ex presidente dell'Autorita' garante
della privacy, dalla platea dell'Internet Governance Forum
Italia a Trento.
La modifica costituzionale all'articolo 21 proposta da Stefano
Rodota' recita: 'Tutti hanno eguale diritto di accedere
alla rete Internet, in condizione di parita', con modalita'
tecnologicamente adeguate e che rimuovano ogni ostacolo di ordine
economico e sociale. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a
prevenire le violazioni dei diritti di cui al Titolo I della parte
I'.
'Non considero esaltante lo stato attuale dei diritti nella
Rete – ha chiarito Rodota' -. Per restare in un linguaggio
molto attuale, si puo' anzi dire che sta aumentando lo spread
tra la necessita' di garantire a tutti il diritto di accesso
alla Rete e l'uso del diritto per cercare di ostacolare questo
passaggio'.
"Mi auguro che l'Internet Governance Forum di Trento possa
risvegliare una certa cultura politica nazionale sorda
all'importanze dell'Ict e che quando ha cercato di
occuparsene l'ha fatto in modo sbagliato come con il recente
decreto che ha posto norme censorie su siti e blog, portando al
blocco di Wikipedia, creando imbarazzo per il Paese in tutto il
mondo" ha poi affermato Rodotà a margine del convegno.
"Ma ci tengo a segnalare che a livello di governo locale – ha
aggiunto Rodotà – ci sono iniziative come questa di Trento
all'avanguardia che possono supplire alla distorsione
nazionale, se pensiamo che in Francia esiste la carica di vice
ministro alla societa' digitale. Internet ha cambiato la nostra
societa' e le istituzioni devono intervenire non per
controllare ma per garantire i diritti di accesso alla rete, la
pari opportunita' per tutti e senza dubbio e' grazie ad
Internet che la democrazia puo' vivere un rinnovato
slancio'.