Netflix, Amazon Prime, Spotify e i tanti servizi on-demand del mondo online hanno conquistato gli italiani: il 42% detiene tra i 2 e i 3 abbonamenti; il 33% della fascia di età tra i 25 e i 34 anni ne ha 4 e oltre. Lo rivela una ricerca della mobile bank N26 condotta su scala europea. Nel nostro Paese il sondaggio ha interessato un campione di oltre 1.000 individui.
La spesa media per gli abbonamenti online è pari a 37,04 euro al mese, con gli uomini che spendono leggermente più delle donne.
È stata la pandemia a favorire la familiarizzazione degli italiani con i servizi Internet in abbonamento: oltre un terzo (34%) dichiara di possedere più abbonamenti rispetto al periodo pre Covid-19 e la percentuale sale al 43% nella fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni.
Intrattenimento e musica fanno la parte del leone
I consumatori italiani sono stati più propensi a sottoscrivere un abbonamento digitale per intrattenimento (52%) o musica (28%). Il campione femminile ha espresso la propria preferenza verso servizi legati a moda, cosmetica e shopping, mentre quello maschile per gli abbonamenti a piattaforme di gaming.
L’intrattenimento è l’industry con i servizi migliori e la maggiore attenzione al cliente, secondo il 37% degli intervistati.
La formula on-demand è vincente
I driver più significativi nella sottoscrizione degli abbonamenti online sono la libertà di poterli disdire in qualsiasi momento senza penali (32%) e l’opportunità di accedere ai servizi richiesti sempre e ovunque (31%).
In tema di abbonamenti bancari il campione è stato interrogato sui servizi che apprezzerebbero maggiormente come parte del piano di abbonamento: il 40% ha indicato un cashback garantito del 10% sugli acquisti e il 23% ha indicato un’assicurazione auto, con prevalenza da parte della quota maschile (27% vs 19%).
I trend europei
Il sondaggio sui servizi in abbonamento online e l’impatto della pandemia è stato realizzato da N26 nel mese di aprile 2021 in collaborazione con Sapio Research attraverso interviste a un campione di 6.075 consumatori in Francia, Germania, Spagna, Italia, Irlanda e Paesi Bassi.
Dai risultati della ricerca emerge che il 31% degli europei possiede più abbonamenti digitali rispetto all’inizio della pandemia. Un quarto (24%) attualmente ne ha più di quattro. Nonostante una situazione economica non rosea, i consumatori europei si sono impegnati, in media, a sottoscrivere abbonamenti per un valore di 39 euro al mese, ovvero 465 euro all’anno.
La metà (50%) degli europei ha sottoscritto un abbonamento a un servizio di intrattenimento, che è di gran lunga la scelta più popolare seguita da musica (28%) e poi moda, bellezza e shopping (19%).
I giovani abbracciano la filosofia dell’on-demand
La crescita della filosofia dell’on-demand è particolarmente evidente tra i consumatori più giovani. Il 37% nella fascia di età 18-24 anni ha aumentato il numero di abbonamenti sottoscritti mentre nel segmento 25-34 anni lo ha fatto il 43% e solo il 9% degli over 65.
In coerenza con questi dati, non sorprende che i più giovani spendano di più per i servizi in abbonamento. Nel segmento 18-24 anni si spendono, in media, 48 euro al mese (573 euro all’anno), mentre gli over 65 spendono meno della metà, a 20 euro al mese (240 euro all’anno).
Andrea Isola, General Manager di N26 per l’Italia e Southeast Europe, commenta: “La nostra ricerca mostra chiaramente un gap generazionale quando si parla di servizi on-demand. Questo divario non è del tutto sorprendente se si considera che i nativi digitali sono cresciuti con questo modello e probabilmente sono più sicuri nell’applicarlo ai diversi aspetti della vita quotidiana. Man mano che questa generazione maturerà, è probabile che assisteremo a una crescente domanda di servizi in abbonamento in generale. Al momento, l’intrattenimento è la categoria dove si concentrano le preferenze dei consumatori, ma mi aspetto di vedere una forte crescita in settori come la salute e i servizi finanziari”.
In futuro più abbonamenti ai “servizi essenziali”
Lo studio di N26 individua una domanda crescente per gli abbonamenti digitali a servizi cosiddetti essenziali. Il 16% degli europei ha intenzione di sottoscrivere un abbonamento con un servizio di delivery o con servizi legati alla salute e alle forniture di farmaci, uno su dieci (10%) con un istituto bancario. In questo ultimo caso, la scelta da parte dei consumatori sembra subordinata al fatto che gli utenti ricevano dei servizi aggiuntivi da parte della propria banca. Nel caso di sottoscrizione di servizi bancari, il 31% vorrebbe un rimborso garantito del 10% sugli acquisti come parte dell’offerta e un quinto (21%) desidera aggiungere al pacchetto l’assicurazione auto.
Andrea Isola conclude: “In tutta Europa, le banche continuano ad aumentare le commissioni per i servizi di base, a volte fino a 20 euro in più al mese. Alla luce di questa tendenza, i consumatori si chiedono se un modello on-demand, come ad esempio avviene per l’intrattenimento, possa rappresentare una scelta realistica per quanto riguarda i servizi. Se le banche vogliono rimanere rilevanti e soddisfare le richieste dei consumatori in rapida evoluzione devono guardare a come i servizi in abbonamento hanno rivoluzionato altri settori, trarre ispirazione dalle storie di successo e seguirne l’esempio”.