Nel 2019 l’Lte diventerà la tecnologia prevalente per i device della Internet of Things che interconnessi tramite SIM cellulare, secondo l’ultimo report di Berg Insight.
La società di ricerche svedese calcola che la vendita di device per la IoT connessi con la SIM crescerà a un tasso annuale composito (Cagr) del 20,1% di qui al 2020, raggiungendo 239,7 milioni di unità. La distribuzione di dispositivi che usano la tecnologia Lte ha cominciato ad aumentare già quest’anno e sorpasserà i device che ancora usano il Gprs fra quattro anni.
“Il 2G sta ancora crescendo rapidamente sui mercati emergenti e ha un chiaro vantaggio di costo in Europa. Tuttavia i vantaggi anche economici del 4G sono nettamente aumentati con lo standard Lte Cat-0 e l’Lte-M e presto non ci saranno significativi ostacoli alla migrazione dal 2G”, afferma Tobias Ryberg, Senior analyst di Berg Insight e autore del report.
Visto che i device della IoT si sposteranno direttamente dal 2G al 4G, il 3G servirà solo come tecnologia “ad interim” per i device della IoT su reti cellulari, secondo Berg Insight. Le vendite annuali di device della IoT che usano il 3G raggiungeranno il picco nel 2018, ma la vera alternativa al 4G saranno le tecnologie di networking Low Power Wide Area (LPWA), dicono gli esperti.
Berg Insight pensa anche che la recente iniziativa del 3GPP per definire una nuova tecnologia radio narrowband per la IoT (NB-IOT) sia molto importante e crei un’opporunità unica per l’industria mobile per portare nuove applicazioni nel suo dominio. “Uno standard globale universale per comunicazioni IoT lightweight su reti pubbliche è essenziale per far crescere ancora il mercato”, conclude Ryberg.