Il bavaglio a Internet non passerà. Un ampio schieramento bipartisan ha annunciato battaglia in Aula alla Camera contro l’emendamento del leghista Giovanni Fava alla legge Comunitaria che consentirebbe a "qualsiasi soggetto interessato" di chiedere a un provider la rimozione di un contenuto considerato illecito. La norma sarà cancellata, si vedrà se con un solo emendamento comune o con più richieste, hanno assicurato nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio da Beppe Giulietti, Flavia Perina (Fli), Benedetto Della Vedova (Fli), Marco Beltrandi (Radicali), Roberto Rao (Udc), Paolo Gentiloni (Pd), Stefano Pedica (Idv), Gianni Vernetti (Api) e Antonio Palmieri (Pdl). Il giudizio negativo sulla norma Fava è ampiamente condiviso dai parlamentari di tutti i partiti, esclusa la Lega.
"E’ evidente che se mai ci fosse un obbiettivo in astratto condivisibile, per superficialità si è arrivati a una cosa indifendibile – ha sottolineato Della Vedova – discutiamo nel merito della questione nella sede propria". Duro anche Giulietti. "Questo articolo 18, pasticciato e confuso, va solo abrogato e non modificato – ha assicurato Facciamo un solo emendamento e ciascuno voti quello degli altri. Con una motivazione palese: non si interviene in questa materia in modo surrettizio. Il Congresso americano si è dovuto fermare rispetto a un’operazione ambigua contestata da migliaia di persone".
Il radicale Beltrandi ha sottolineato il rischio di una procedura d’infrazione Ue nei confronti dell’Italia. "Mi dispiace che non ci sia il tempo di chiedere alla commissione Ue se questo testo è compatibile con la legislazione europea- ha detto – Non vorrei che l’Italia ex post dovesse entrare in una procedura d’infrazione".
Di due paradossi ha parlato invece Gentiloni. "Il primo è che l’emendamento si inserisce nel recepimento di una direttiva comunitaria che va esattamente nella direzione opposta – ha ricordato – l’altro paradosso è che una materia su cui i francesi e gli americani hanno discusso per mesi, con grandi divisioni, da noi si affronti con un emendamento di soppiatto infilato nella Comunitaria. E’ una pecionata anche dal punto di vista parlamentare".
Ha ironizzato Vernetti: "Loro hanno Sopa noi abbiamo Fava…". Detto questo, "sono ottimista e penso che i nostri emendamenti passeranno. La norma è un grave e inopportuno incidente di percorso che mette l’Italia scioccamente e inutilmente fuori dalle norme europee".
Da Rao è arrivato un messaggio a chi pensasse a nuovi colpi di mano. "A tutti coloro che pensano di poter introdurre surrettiziamente in Italia dei provvedimenti censori, tipici degli stati e regimi totalitari, diciamo: dovete stare tranquilli e sereni che ci sono delle sentinelle che vigilano, anche meglio degli stessi parlamentari cui questo emendamento e’ passato sotto il naso".
No alla norma Fava anche da Palmieri che però ha difeso il diritto di intervenire sulla materia. "Sono d’accordo che si voti un emendamento qualsiasi pur che sia purché si abroghi questa norma, però non condivido gli approcci apocalittici rispetto a chi tenta comunque di porre rimedio a problemi che esistono", ha detto.
Anche per Flavia Perina la questione va affrontata, ma con un dibattito vero. "Non è la prima volta che si cerca di limitare l’utilizzo della rete – ha ricordato – Però la politica deve affrontare il tema della rete a viso aperto. Invece finora non ci si è riusciti".
Presenti all’evento anche anche Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo, e Luca Nicotra di Agorà Digitale.
"Denuncio il livello approssimativo con cui è stato condotto il dibattito, si è parlato di una norma anticontraffazione e si è detto che la norma non riguardava i social network – ha sottolineato Falasca. Invece si tratta di una questione molto importante che va affrontata, viene il dubbio che chi ha presentato l’emendamento non capisca il tema".
Grande preoccupazione anche da Nicotra: "Bisogna capire che l’unico effetto di questo emendamento sarà una rimozione selvaggia dei contenuti sulla base di una sola segnalazione, visto che si tratta di soggetti commerciali che non avranno la possibilità e il tempo di contrapporsi alla richiesta".