Così li chiamano gli osservatori: Internet Titans. Sono i giganti mondiali del web: Apple, che sta a cavallo tra web e hardware, Google che è a cavallo tra internet e mobile, Facebook, che è il social network per eccellenza. Standard & Poors stima che Apple potrebbe dare un ”dividendo” di 556 $ a ogni cittadino americano, Microsoft “solo” 319. Wall Street prevede un 2015 da urlo, per Facebook, con il 37% di aumento del fatturato. Google sarebbe a meno della metà, ma rimarrebbe quasi 4 volte più grande del concorrente.
Però questo avvicinamento preoccupa Mountain View, che rimane dominante, ma con prezzi dell’advertising in declino contro quelli in aumento di Facebook.
Considerazioni non meno interessanti si possono fare sul lato “push” nell’uso dei diversi mezzi o device. La connessione internet viaggerà probabilmente su smartphone. Whatsapp già costituisce la connessione più usata da persone di livello professionale comune. Internet da desk o da lap diventa strumento di lavoro, mentre il social networking passa su smartphone, ma per molti questo passaggio significa che internet si riduce a social network. Un nuovo “divide” si prepara? Forse sì.
Un’interazione attiva e professionale con accesso alla rete via linee fisse e desk+laptop, ha una interazione ricca che si contrappone, sovrastandola, ad una interazione più rapida e superficiale, che caratterizza il social network. A settembre 2014, negli Usa oltre la metà degli adulti è multipiattaforma per i social network e metà degli over 65 in rete sono su Facebook (31% del totale). Metà degli utenti di internet tra 18 e 29 ani usa Instagram, e metà di costoro lo usa giornalmente, mentre metà degli utenti internet con livello di educazione universitaria usa Linkedn. Pinterest interessa più le donne che gli uomini (42% contro 13) del pubblico online.
Ma internet è una cosa buona? L’assoluta maggioranza crede che lo sia. La differenza, pur all’interno di un giudizio favorevole, è da considerarsi al riparo degli eventuali aspetti negativi. Il 76% degli utenti ritiene che internet sia positivo per la società e e il 15% che sia negativo. Mentre se il giudizio si riferisce a sé stessi, il 90% è convinta che sia buono e solo il 6% che sia cattivo. Come si vede quasi tre volte più alta è la percezione della pericolosità sociale: il che significa che ciascuno ritiene di essere immune rispetto agli aspetti nocivi. Un po’ come accade con l’auto: ciascuno non pensa che a lui si applichi la percentuale di rischio media: pensa di essere un pilota esperto e avere davanti a sé una distribuzione del rischio diversa.