Dematerializzazione degli archivi della Difesa, ultimo grido della semplificazione amministrativa grigioverde, per abbattere o almeno ridurre le montagne di carte. Il progetto vuole pure riconvertire lo Stabilimento Grafico Militare di Gaeta, gestito dall’Agenzia Industrie Difesa (Aid), che impiega 145 persone. Su questo aspetto è lecita più d’una perplessità. L’Aid nacque nel 1999 per portare a pareggio gli stabilimenti industriali della Difesa. Se avesse fallito l’obiettivo sarebbe stata sciolta. L’obiettivo è fallito, l’Aid è ancora in piedi coi bilanci quadruplicati rispetto al 1999 e ha già speso la modica cifra di 10 milioni per riconvertire il personale dello stabilimento di Gaeta, portarvi gli archivi da scannerizzare e finanziare la formazione del personale presso l’Agid. Dieci milioni tuttavia non bastano ancora. Mancano 4 milioni per i progetti XDem@t e il Ddms, per integrare sulle scrivanie della Difesa le scannerizzazioni effettuate a Gaeta.
Si direbbe che alla Difesa hanno fatto il passo più lungo della gamba. Adesso si cercano i finanziamenti attraverso un’Associazione temporanea di scopo, guidata da S3ILog, a preminenza di Finmeccanica, che mira ai fondi europei, disponibili per la Regione Lazio in risposta al bando “Insieme per Vincere – Valore Aggiunto Lazio”, per l’importo complessivo di circa 6,1 milioni, il cui co-finanziamento regionale, a valere su fondi Ue è di 3,1 milioni.
Possibilità di successo? Nessuno può dirlo. La scommessa grava tutta sulla Difesa. L’anticipazione delle risorse da parte dell’Associazione temporanea di scopo sarà ammortizzata da Aid. E se Bruxelles non fosse d’accordo sul nuovo partnerariato pubblico-privato?
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