La voce era iniziata a circolare tra gli addetti ai lavori e tra i più alti rappresentanti dell’economia digitale. Chi in modo più velato e chi più direttamente, chi parlando di “rimozione degli ostacoli”, chi di incentivi agli investimenti e alla crescita, e chi riferendosi direttamente al fiscal compact, dalla tavola rotonda è emersa l’esigenza – come possibile soluzione per una ripartenza veloce dell’economia europea – di escludere dal calcolo dei vincoli di bilancio degli Stati membri gli investimenti in infrastrutture digitali.
E il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha in qualche modo ufficializzato la proposta inserendola nel suo discorso al termine della riunione di questa mattina: “Se investo in infrastrutture digitali non è un costo, ma un investimento nel futuro – ha detto – Lasciando da parte il derby tra austerità e flessibilità che è un derby ideologico, credo che gli investimenti nelle infrastrutture digitali debbano essere fuori dal patto di stabilità. Se vogliamo creare posti di lavoro dobbiamo investire in innovazione”.
A stretto giro è arrivata, a mettere paletti all’entusiasmo che si respirava a Venezia, la replica del Commissario Ue agli Affari Economici Siim Kallas: “Nessuna spesa può essere esclusa dal calcolo del deficit – ha detto al termine dell’Ecofin replicando al premier Italiano – Non esistono spese buone o spese cattive – ha aggiunto, facendo poi un esempio sulle spese militari – Pensate a ciò che potrebbe accadere – ha sottolineato – se fossero escluse dalla contabilità delle regole europee sui bilanci”.
Ma la dimostrazione che si tratti di un tema molto sentito viene dal fatto che il dibattito sembra ormai aperto. Tanto che sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Piercarlo Padoan, con parole che per il momento raffreddano gli entusiami: “Posso dire – ha sottolineato – che nel Governo c’è pieno accordo sul fatto che la crescita in Europa va perseguita con tutti gli strumenti all’interno delle regole esistenti”.
Ma a incoraggiare l’iniziativa del Premier interviene Deborah Bergamini, responsabile per la Comunicazione di Forza Italia, che però non risparmia critiche al premier: “Buona la proposta di Renzi di escludere gli investimenti nel digitale dal Patto di stabilità europeo – afferma la parlamentare azzurra – Ma in attesa che questa iniziativa venga anche solo discussa in sede comunitaria, perché non si comincia a realizzare qualcosa dell’Agenda digitale italiana e non si rilancia l’Agenzia a ciò deputata? Come al solito, il premier pensa in grande ma scorda di realizzare il fattibile”.