Accelerazione sulla delivery dei siti, buon trend sulle coperture indoor Das, livello sostenuto di investimenti nelle torri e forte domanda per le coperture con un business previsto in forte crescita per i prossimi 2-3 anni fino al 2026, flessibilità finanziaria per ulteriori investimenti che potrebbe sortire anche una maggiore remunerazione per gli azionisti. Queste le principali evidenze emerse nel corso della Euronext Sustainability Week sul presente e soprattutto sul futuro di Inwit e ricapitolate punto per punto nella newsletter quotidiana di Intermonte. Indicazioni incoraggianti dal management team e i risultati del terzo trimestre sono in linea con le attese con un’ottima delivery operativa.
Intermonte conferma il Buy
“I messaggi incoraggianti che supportano la visibilità sulle nostre stime correnti – evidenziano gli analisti di Intermonte -. Confermiamo la raccomandazione Buy sul titolo a fronte di: una forte generazione di cassa implicita negli attuali target di piano, una crescita organica best-in-class nel settore (+11% Cagr Ebitda after lease) e una elevata visibilità garantita dai due master service agreement con gli anchor tenants; una flessibilità finanziaria di 1-1,5 miliardi al 2026 (prendendo a riferimento l’attuale corridoio di leva di 5.0-5.5x e un ratio di 4.0x da noi stimato a fine 2026) per aumentare la remunerazione agli azionisti (fino a circa 1,5 euro ad azione); l’appeal speculativo M&A da eventuali mosse future da parte di Vantage Towers /Ardian”.
I numeri di Inwit
Delivery dei siti: 225 nuovi nell’ultimo trimestre , sia legati agli anchor tenant (Tim e Vodafone) sia alle iniziative sul Pnrr e al contratto con Open Fiber nelle aree bianche.
Target Pnrr: 1.000 nuovi siti entro il 2026, piano partito speditamente dal mese di ottobre 2022, primi 50 siti realizzati nel secondo trimestre e impatto finanziario limitato per quest’anno
Ancor tenant: il livello di investimenti sulle torri risulta ancora molto sostenuto. Si registra una forte domanda per le coperture dedicate: i budget degli operatori sono però focalizzati più sul breve-medio termine che sul lungo termine e nei prossimi 2-3 anni il business è previsto in forte accelerazione.
La riorganizzazione degli Olo: la domanda risulta impattata dalla riorganizzazione societaria di un paio di operatori Fwa (dei quali non sono stati fatti nomi in occasione dell’evento) ma uno di loro sta già dando segnali di accelerazione che potrebbero essere più visibili all’inizio del 2024. Le utilities diventano sempre più interessanti per Inwit, si registra infatti una domanda accelerata di sensori distribuiti che richiede gateways posizionati sulle torri. Inwit conta circa 24mila torri distribuite su tutto il territorio nazionale.
Consolidamento tra operatori telefonici: i contratti Master service agreement di Inwit sono molto protettivi ossia sono previste clausole specifiche in base alle quali gli anchor possano usare solo le frequenze disponibili ai tempi della fusione con le torri di Vodafone a marzo 2020. Non si riduce il numero di siti perché i due contratti Msa sono protetti da clausola “all-or-nothing”, inoltre un numero maggiore di clienti richiede nuove frequenze che portano nuove fee pagate a Inwit (anche nel caso di Ran sharing tra operatori). In negativo, l’attuale piano standalone di Iliad con Inwit che potrebbe essere messo in discussione nell’ipotesi di un merger con Tim o con Vodafone.
Capital allocation: l’attuale corridoio di leva (5.0-5.5x) offre flessibilità finanziaria per ulteriori investimenti (ritorni double digit, investimenti) e/o maggiore remunerazione agli azionisti, aggiornamento atteso con nuovo piano industriale a inizio 2024.