STRATEGIE

Inwit debutta nel mercato dei capitali: emesso bond da un 1 miliardo

A tasso fisso, con durata a 6 anni, consente di ottimizzare la struttura finanziaria e di supportare la crescita dell’azienda. L’Ad Ferigo: “L’operazione conferma il nostro ruolo centrale a sostegno delle Tlc e del Paese nello sviluppo della digitalizzazione e del 5G”

Pubblicato il 02 Lug 2020

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Inwit debutta nel mercato dei capitali. La tower company ha concluso con successo la sua prima emissione obbligazionaria per un importo complessivo pari ad 1 miliardo di euro, a fronte di richieste di circa 4,5 volte l’offerta. Il bond a tasso fisso, con durata a 6 anni, consente di ottimizzare la struttura finanziaria e di supportare la crescita dell’azienda.

“L’operazione – spiega l’Ad Giovanni Ferigo – è l’ennesimo riconoscimento della solidità del nostro business e del disegno industriale, ci permette di ottimizzare la struttura finanziaria, di far fronte ai futuri investimenti e cogliere le opportunità di sviluppo. Si rinnova il ruolo centrale di Inwit a sostegno dell’Industria delle telecomunicazioni e del Paese nello sviluppo della digitalizzazione e del 5G, che rappresenterà per l’Italia un fattore importante di competitività e di crescita”.

L’operazione di collocamento è stata supportata da un pool di primarie banche, composto da Mediobanca e Bnp Paribas in qualità di Global Coordinator e da Banca Akros, Banca Imi, Bbva, Bno Paribas, BofA Securities, Credit Agricole Cib, Hsbc, Mediobanca, Smbc e UniCredit in qualità di Joint Bookrunner.

Più di 200 investitori internazionali hanno manifestato interesse all’emissione che ha portato a richieste complessive per circa 4,5 miliardi di euro.

Il prestito obbligazionario è stato emesso a valere sul Programma Euro Medium Term Notes.

In un’intervista al Sole 24 Ore, Ferigo delinea la strategia a medio termine dell’azienda che sarà prevalentemente concentrata sull’integazrione in Italia. “Abbiamo davanti 18 mesi nei quali dovremo concentrarci sull’integrazione. All’estero ci si potrà pensare dopo. Certamente la presenza di un partner come Vodafone nell’azionariato potrebbe essere d’aiuto – spiega – Con le 22mila torri di cui disponiamo oggi mettiamo insieme due realtà che sono diventate ‘maggiorenni’, uscendo da Tim e Vodafone. Certamente c’è molto lavoro di integrazione da fare, ma ci siamo dati una nuova organizzazione dove a ogni riga di budget corrisponde un responsabile verticale”.

“Il nuovo piano industriale sarà presentato al mercato per fine anno – ha annunciato – Posso anticipare che realizzeremo oltre 2mila nuovi siti e circa 5mila small cell per il 5G. Con la common grid (rete comune, ndr) tra Tim e Vodafone avremo inoltre la possibilità di avere 12.500 ospitalità in più”.

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