In un evento frizzante e glamour come da tradizione, nel decennale dell‘iPhone Apple ha lanciato tre nuovi modelli del suo smartphone, iPhone 8, iPhone 8 Plus e iPhone X, più un nuovo Apple Watch e una nuova Apple TV. Le novità hitech hanno incantato la platea e entusiasmato i fan della Mela, ma non del tutto convinto il mercato: il titolo Apple ieri ha perso punti sul Nasdaq dopo che il gruppo ha annunciato la tempistica delle consegne del nuovo iPhone X, previste dal 3 novembre prossimo, molto più in là di quanto sia abituata a fare la casa di Cupertino (che di solito consegna i nuovi modelli a fine settembre); gli azionisti temono probabilmente che questo potrebbe condizionare il comportamento d’acquisto dei consumatori che avranno a disposizione da molto prima i nuovi modelli di fascia alta Samsung o di altri vendor. iPhone X è anche un test per la fiducia dei consumatori nei prodotti di casa Cupertino, visto che ha un prezzo che parte da 999 dollari. In generale, l’assenza di novità tecnologiche rilevanti rispetto alle indiscrezioni trapelate prima dell’Apple Event ha in qualche modo deluso gli investitori cancellando “l’effetto wow”.
Non la vede così Tim Cook: per il Ceo di Apple, iPhone X “traccerà la rotta per il prossimo decennio” per gli smartphone. Ha schermo Oled da 5,8 pollici con tecnologia edge to edge (da bordo a bordo) e in super retina; è in vetro sia sul lato frontale che posteriore, come i nuovi iPhone 8 e 8Plus, ma non ha più il tasto Home e lo sblocco avviene col riconoscimento facciale (“Face ID”), ritenuto la tecnologia più sicura per proteggere i dati.
Gli analisti sono portati a dare fiducia a Cook e, a parte le oscillazioni in Borsa di ieri, a credere in un futuro brillante per Apple: Ubs ha scritto che l’azienda di Cupertino potrà reggere le tradizionali debolezze post-lancio, come la concorrenza dei prodotti rivali, la scommessa sull’ecosistema di servizi e l’incognita sulla risposta del pubblico alle novità tecnologiche e al prezzo maxi. Il Sole 24 Ore riporta oggi che gli analisti scommettono in media su un rialzo del valore del titolo Apple da 160 a 180 dollari nei prossimi dodici mesi, con qualcuno (come Brian White di Drexel Hamilton) talmente convinto dell’espansione della base di clienti di fascia alta da spingersi a prevedere un aumento del 30% a 208 dollari, una cifra che farebbe superare alla Mela la storica soglia dei mille miliardi di market cap, il cosiddetto Big T (attualmente la capitalizzazione di Apple è a 830 miliardi di dollari).
In media le azioni di Apple hanno guadagnato il 33% nei dodici mesi seguenti all’evento di lancio di ogni edizione dell‘iPhone. Per alcuni analisti è possibile che l’azienda centri già entro fine 2017 l’obiettivo del primo market cap a 13 cifre: le occorre un balzo del 20% del valore attuale del titolo. Secondo Morgan Stanley, la realtà aumentata nella nuova linea di iPhone “ha il potenziale di diventare la prossima killer app” che spingerà tutti i vendor a un aggiornamento tecnologico in questa direzione ed è capace di far salire notevolmente la monetizzazione del device. Quanto al prezzo esorbitante, secondo gli analisti iPhone X non è più costoso del primo iPhone, perché 599 dollari nel 2007 sono come mille dollari oggi.
Per tutti gli analisti il titolo di Apple è “Buy”, ma secondo il Financial Times l’inizio della distribuzione a novembre resta un autogol. IPhone X ha componenti super-sofisticate, tra lo schermo e le fotocamere, che rischiano di rallentare le consegne. La più grande incognita, che potrebbe costare molto più del traguardo del Big T, è se Cupertino riuscirà a convincere i suoi utenti ad aspettare quasi due mesi e, in caso di boom, a tener testa agli ordini, data la produzione complessa dei componenti. Il cartellino da 1.000 dollari, secondo molti, serve proprio a mantenere l’eventuale boom entro limiti gestibili.