L’Europa ha quasi esaurito le scorte di indirizzi IPv4, i vecchi protocolli delle connessioni che hanno fatto funzionare la rete sin dagli anni ’70. Lo ha rivelato alla Bbc Axel Pawlik, direttore generale del Ripe Ncc, organismo europeo che gestisce nel territorio la distribuzione degli indirizzi a Internet provider (Isp), aziende e altre organizzazioni. “Alla fine il giorno è arrivato” ha detto, specificando che ne sono rimasti circa 16 milioni: una cifra che, considerando la vastità del mondo di Internet, è in realtà esigua e destinata ad estinguersi molto presto.
Come è noto, ogni singolo device che si collega a Internet, sia esso un personal computer, un tablet o uno smartphone, richiede il suo indirizzo, finora conosciuto come Internet Protocol version 4 (IPv4). Negli anni ’70, quando cominciò a nascere la rete, si pensò che 4,3 miliardi di indirizzi sarebbero stati sufficienti al mondo per un periodo di tempo molto lungo se non indefinito. In realtà l’incredibile espansione della rete ha stravolto le previsioni al punto che oggi i pochi IPv4 rimasti saranno letteralmente razionati.
Pawlik ha spiegato che, d’ora in poi, le aziende potranno avanzare una sola richiesta di indirizzo IPv4 e, se verrà accettata, riceveranno un unico blocco di 1024 indirizzi (possono sembrare tanti ma per un provider, per esempio, sono pochi). Dovranno inoltre spiegare come intendono usarli e soprattutto dimostrare di essere già dotati di indirizzi IPv6, il nuovo protocollo di connessione lanciato lo scorso 6 giugno.
Prima di questa brusca frenata, il Ripe stava ancora assegnando poco meno di 4 milioni di “vecchi” indirizzi ogni 10 giorni, non tenendo evidentemente in particolare conto gli allarmi sulla fine delle riserve di IPv4 che si susseguono ormai da anni.
Stavolta, per essere sicuri, il nuovo protocollo Ipv6 garantisce fino a 340 trilioni di trilioni di trilioni di indirizzi, una cifra sopra i 38 zeri in grado di impressionare chi la legge ma che, secondo gli esperti, dovrebbe esaurire le richieste nel lungo periodo.
Al momento molti Isp stanno implementando i nuovi standard IPv6, incanalando le vecchie connessioni nel nuovo protocollo per mantenere la compatibilità. Non è escluso comunque che alcuni incontrino problemi nel passaggio, soprattutto le aziende più piccole con hardware datato e budget limitati.