Verificare un eventuale abuso di posizione dominante e ostacolo alla libera competizione: l’Antitrust d’Israele ha deciso di aprire ufficialmente un “dossier” sulle web company americane, Google e Facebook tanto per cominciare. Lo riferisce l’agenzia di stampa Reuters.
“Stiamo strettamente monitorando l’attività dei giganti del web per verificare eventuali abusi e violazioni delle regole antitrust”, ha riferito al il capo dell’Antitrust Michal Halperin al comitato parlamentare per gli affari economici. Halperin ha evidenziato le ampie “concessioni” per le web company americane come Google e Facebook che “hanno una sufficiente presenza in Israele” e dunque “la legge si applica anche se non sono aziende registrate in Israele”, ha puntualizzato. In dettaglio l’Autorità si prepara a un’analisi – che durerà per tutto il 2018 – che mira a indagare quanto le web company si stiano “avvantaggiando” della loro posizione a discapito di altri player.
Sotto i riflettori in particolare il business dell’advertising online: Google e Facebook avrebbero un marketshare di circa l’80% in Israele per revenues annuali che sfiorano la soglia dei 500 milioni di dollari. “Ma i problemi non sono iniziati con Google”, ci tiene a puntualizzare Noa Elefant, a capo della public policy di Google in Israele. Il mercato dei media in Israele, come nella maggior parte delle economie occidentali, ha registrato un forte calo degli introiti principali a seguito dell’avvento del digitale. Nel Paese si sta ragionando anche alla messa a punto di un sistema di tassazione più adeguato. E lo scorso novembre la Tax Authority ha annunciato una stretta con l’Unione europea e altri Paesi per arrivare a far pagare il “giusto” alle web company americane. Alla notizia Facebook ha prontamente reagito annunciando a sua volta di voler reinstradare in Israele (dall’Irlanda) tutte le revenue locali in Israele. “Pagheremo le tasse in Israele per le revenue effettuate in Israele”, ha detto Jordana Cutler, a capo della comunicazione di Facebook in Israele.